Pubblichiamo in anteprima l’ultima stesura dell’ormai famigerato decreto sui poligoni privati. Rispetto al testo precedente, sono fortunatamente state corrette alcune delle più pesanti criticità
La perfezione, si sa, non è di questo mondo. E qualche cosa da correggere ancora rimane. Ma si può affermare, se non altro, che rispetto alla bozza precedente l’attuale formulazione della bozza di regolamento sui poligoni privati sia un significativo miglioramento.
Molti sono gli aspetti nei quali le evidenti criticità delle precedenti stesure sono stati corretti e limati: a partire dalla possibilità di esentare dall’applicazione del regolamento le manifestazioni temporanee di tiro, per arrivare alla necessità di coinvolgere il Banco di prova come ente supervisore dell’impianto solo nel momento in cui sia previsto che vi siano più tiratori a sparare contemporaneamente. Le disposizioni draconiane sulle distanze di sicurezza, che avevano suscitato vivissima preoccupazione in particolare per quanto riguarda i campi di Tiro dinamico, risultano anch’esse riformulate in un modo che appare meno penalizzante, in certa misura, per questa attività sportiva. Razionalizzata anche la documentazione richiesta ai titolari dell’impianto e agli istruttori di tiro, con l’eliminazione della necessità di dimostrare di avere il porto d’armi da più di sei anni (virtualmente indimostrabile visto che il porto d’armi, diversamente dalla patente di guida, non riporta la data del primo rilascio).
Tra gli aspetti ancora da migliorare, figura senz’altro la previsione tassativa di divieto di utilizzo delle munizioni ricaricate negli impianti al chiuso (non ha alcuna utilità in termini di sicurezza, mentre invece può penalizzare enormemente l’attività economica di queste strutture). Appare anche incongruo che si preveda sia solo il titolare della struttura a poter rilasciare una certificazione di addestramento al tiro dinamico (necessaria per poter accedere alle strutture), così come la definizione di “poligoni di tiro dinamico” dovrà essere evidentemente espressa in modo più generico e ampio, perché oggi come oggi non è solo il tiro Fitds a esservi praticato, ma anche altre tipologie di tiro (Fias, Idpa eccetera). Abbastanza sconcertante, tra l'altro, anche la previsione di un obbligo per chi si addestra nel tiro dinamico di dotarsi di giubbetto antiproiettile e casco, idonei a fermare i calibri impiegati. C'è il rischio, in particolare, che tali equipaggiamenti siano semplicemente non reperibili sul mercato civile!
Non è chiaro se questa stesura sia l’ultima possibile prima della pubblicazione in Gazzetta ufficiale, o se sia ancora possibile qualche “limatura” finale. Staremo a vedere e, come sempre, vi documenteremo i progressi in anteprima! Intanto, leggete la formulazione attuale cliccando sull'allegato.