La Corte costituzionale ha bocciato la legge istituita dal Veneto l'anno scorso, per fornire una tutela legale a chi si fosse trovato a doversi difendere
La Corte costituzionale ha bocciato la norma istituita dalla Regione Veneto per offrire una tutela legale ai cittadini che si fossero trovati accusati di eccesso colposo di legittima difesa od omicidio colposo dopo essere rimaste vittime di un delitto contro la persona o il patrimonio, allo scopo di difendere se stessi, la propria famiglia e i propri beni. Un terzo dello stanziamento era stato destinato a fornire analoga tutela agli appartenenti alle forze dell’ordine. L’impugnazione era stata proposta, immediatamente dopo la promulgazione, direttamente dal Consiglio dei ministri, che criticava diversi aspetti del provvedimento: a partire dal conflitto di competenza con una materia riservata allo Stato (quella della sicurezza), passando per la violazione del principio di uguaglianza (perché questa tutela era riservata ai cittadini residenti almeno da 15 anni in Veneto). Proprio su quest’ultimo aspetto si è concentrata la critica del governatore della regione, Luca Zaia (in foto): “Prima i veneti resta un principio forte e non scalfibile. Colpisce che si impugni una legge del Veneto mentre centinaia di enti locali introducono norme e limitazioni a tutela dei residenti, superando il vaglio di costituzionalità. Vedi il caso delle case Ater. Non sarà che col Veneto il governo vuole mantenere alta una conflittualità diversa che con altre realtà territoriali?”