Il 12 e 13 ottobre scorsi la celebre trasmissione di Canale 5 è incorsa in una serie di gravi errori, compiendo inutile terrorismo mediatico. La trasmissione non è nuova a episodi simili, ma questa volta Valerio Staffelli ha purtroppo fatto una grande confusione sulle leggi che regolano la vendita dei coltelli in Italia. È senz’altro un problema il fatto che minori utilizzino impropriamente “armi da taglio” nel nostro Paese e altrove, ma come al solito il problema non …
Il 12 e 13 ottobre scorsi la celebre trasmissione di Canale 5 è incorsa in una
serie di gravi errori, compiendo inutile terrorismo mediatico. La trasmissione
non è nuova a episodi simili, ma questa volta Valerio Staffelli ha purtroppo
fatto una grande confusione sulle leggi che regolano la vendita dei coltelli in
Italia. È senz’altro un problema il fatto che minori utilizzino impropriamente
“armi da taglio” nel nostro Paese e altrove, ma come al solito il problema non
è la pericolosità degli utensili, quanto l’utilizzo che se ne fa. Quello deve
essere punito. Non stupisce che Striscia provi a “fare ascolti” con argomenti
che destano timore nell’opinione pubblica, già in passato ci aveva provato con
le bombolette al capsicum, per esempio o con vari servizi in armeria. Ma qui si
rasenta il ridicolo. Contrariamente a quanto ha affermato il capitano Luca
Necci, comandante dei carabinieri di Rho (Mi), la legge distingue tra armi
proprie e improprie. Delle prime fanno parte esclusivamente spade, pugnali
(dotati cioè di doppio filo), baionette e coltelli a scatto (secondo l’
interpretazione della Cassazione), cioè alcune delle cosiddette “armi bianche”,
nelle seconde rientrano tutti gli altri coltelli che sono definiti “strumenti
atti a offendere”. Non sono cioè armi, ma strumenti destinati principalmente ad
altro scopo: sportivo, ricreativo, di lavoro o di utilità, che però possono
recare offesa alla persona esattamente come martelli, catene, cacciaviti,
bastoni, spranghe, eccetera. Questi strumenti sono liberamente importabili,
acquistabili, detenibili senza denunzia e trasportabili da chiunque. Possono
essere portati, però, solo per giustificato motivo, cioè per essere usati per
la loro destinazione primaria. Il cacciatore e l’escursionista possono portare
ogni tipo di coltello, durante le loro attività ricreative. Nei supermercati
sono in vendita coltelli da cucina delle dimensioni più svariate: naturalmente
si possono “trasportare” a casa o dall’arrotino, ma non “portare” avendoli cioè
in pronta disponibilità, in altre occasioni. Il porto senza giustificato motivo
è punito dall’articolo 4 della legge 110/1975. Non sono armi proprie, secondo
la prassi della maggioranza delle questure, neppure le spade, le katane, le
sciabole, le shuriken, non particolarmente affilate o appuntite, da considerare
strumenti sportivi o da arredamento o da uso scenico o complemento di divisa.
Possono quindi essere liberamente importate e vendute e non vanno denunciate.
Non stupisce il pressapochismo di Striscia la notizia, trasmissione che fa
spettacolo ma pure ha meriti, stupiscono di più certe affermazioni di
professionisti utilizzati come fonti incontrovertibili. Insomma, qui la notizia
non solo non striscia, ma proprio non c’è.