Il museo della guerra di Rovereto propone una interessante mostra sull'evoluzione delle uniformi e degli equipaggiamenti militari dalla grande guerra a oggi (di Andrea Cionci)
Di Andrea Cionci
Per millenni il soldato ha indossato corazze, scudi ed elmi come una seconda pelle con cui proteggersi da frecce e lance, da lame e mazze ferrate. Questo fino a quando, con la comparsa dell’arma da fuoco, le vecchie protezioni hanno perso la loro efficacia e i soldati si sono trovati a marciare sui campi di battaglia con un’uniforme di stoffa e un copricapo di tessuto o di cuoio. Oggi che la potenza delle armi ha superato ogni immaginazione, la difesa del corpo del soldato continua la sua impari sfida.
La mostra “La pelle del soldato” allestita dal Museo storico italiano della guerra negli spazi del Castello di Rovereto (Tn), riaperti al pubblico dopo un importante restauro, racconta un capitolo di questa lunga storia, dagli anni immediatamente precedenti alla prima guerra mondiale ai giorni nostri, con materiali provenienti dalle collezioni del Museo della guerra e altri prestati da istituzioni culturali e militari e da aziende del settore difesa. L’esposizione illustra, attraverso una grande quantità di oggetti, l’efficacia e i limiti delle strategie e dei dispositivi adottati dagli eserciti, rispetto alla trasformazione delle armi, alle forme e al contesto dei combattimenti, al mutare stesso delle guerre. Senza dimenticare il soggetto più indifeso delle guerre: la popolazione civile. Nel percorso espositivo,un’attenzione particolare è stata riservata alle dotazioni degli Alpini. La mostra è aperta fino al 31 marzo 2019, da martedì a domenica, dalle 10 alle 18.
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