Il senatore Franco Panizza, del Partito autonomista trentino-tirolese (Patt), avrebbe depositato in senato un disegno di legge che si propone di correggere, purtroppo in misura insufficiente, gli sfaceli delle recenti modifiche alla legislazione sui caricatori cosiddetti “ad alta capacità”. Il senatore infatti, secondo quanto riportato dalla cronaca locale del Trentino, vorrebbe far approvare dall’aula un provvedimento che esoneri dall’obbligo di riduzione della capacità dei caricatori (che, ricordiamo, in base al decreto legislativo 121 del 2013 sarà necessaria per tutte le armi che saranno cedute dopo il 5 novembre 2015) quelle armi “pronte per essere vendute o cedute a istituzioni il cui scopo è quello di conservarle e valorizzarle sotto il profilo storico, cosa che, altrimenti, si rischierebbe di snaturare”.
L’intento è senz’altro lodevole, anche se la strada scelta per perseguirlo è un tantino approssimativa: infatti, lo stesso senatore ha riconosciuto che “la legge già prevede per le cosiddette armi artistiche e rare d’importanza storica l’esenzione dall’obbligo di modifica, la questione si pone per quelle che ancora non ricadono sotto questa dicitura ma che, con il tempo, assumeranno un simile valore”. E allora, perché non riconoscere una esenzione di tipo generale alle armi (tanto per fare un esempio) di modello anteriore al 1945? Con un provvedimento come quello che il senatore ha in mente, saranno salvate solo le armi che si prevede vengano versate ai musei direttamente, mentre quelle che potrebbero essere in futuro riconosciute meritevoli di preservazione, ma che oggi circolano normalmente tra gli appassionati, saranno inesorabilmente mutilate. Una volta che il danno sarà fatto, non si potrà tornare indietro! Altra occasione persa…