Ci si aspettava che la peste suina africana avrebbe potuto superare i confini delle autostrade A7 (a Est) e A26 (a Ovest), che delimitano la cosiddetta zona infetta a cavallo tra le regioni Piemonte e Liguria. Già negli scorsi giorni, a dire il vero, erano stati rilevati i primi casi a Est della A26, che, a causa dei molti viadotti e delle molte gallerie, non rappresenta una barriera efficace per la diffusione del virus, ma nessuno si sarebbe mai aspettato un “salto” di questo tipo. È di poche ore fa, infatti, la notizia che una carcassa di cinghiale infetta sarebbe stata rilevata alle porte di Roma, in particolare nei pressi della riserva naturale dell’Insugherata, un salto di diverse centinaia di chilometri che non può che essere stata causata dall’attività umana. Lo ha confermato direttamente il commissario straordinario per l’emergenza peste suina africana, Angelo Ferrari, contattato telefonicamente dall’Ansa.
La Psa arriva a Roma
Individuata una carcassa di cinghiale infetta alle porte della Capitale, nei pressi del parco dell’Insugherata, la prima al di fuori dell’area infetta individuata tra Piemonte e Liguria