Presentata la prima indagine statistica sugli omicidi commessi con armi legalmente detenute: numerose le “sorprese” per la comunità dei perbenisti
È stata presentata oggi la prima ricerca italiana sugli omicidi commessi con armi legalmente detenute, curata dal professore di sociologia Paolo De Nardis e dal titolo “Sicurezza e legalità: le armi nelle case degli italiani”. Il fine dello studio è quello di verificare la consistenza del fenomeno, raccogliendo dati certi e analizzandoli, per comprendere i meccanismi che vi sono alla base e determinare le strategie per innalzare eventualmente il livello di sicurezza.
La ricerca ha palesato alcune “sorprese” che in realtà per la comunità degli appassionati d’armi tali non sono: cioè, che nell’analisi degli omicidi commessi tra il 2007 e il 2017 solo il 5 per cento è stato commesso con armi legalmente detenute e che quasi il 50 per cento dei casi (cioè il 2,45 per cento del totale) è stato commesso nell’ambito di un eccesso di legittima difesa. Tra gli omicidi commessi con armi legalmente detenute, circa il 12% è costituito da atti di eutanasia, realizzati con l’intento di alleviare le sofferenze della vittima. Il 68% degli eventi è un omicidio famigliare e in quasi la metà dei casi l’uccisore si è suicidato. La ricerca ha messo in luce che in oltre il 45% dei casi erano presenti criticità che avrebbero potuto far immaginare il pericolo di un omicidio: nel 5,6% dei casi l’uccisore era stato fatto oggetto di denunce o di diffide di pubblica sicurezza, in un caso anche di un Tso. Nel 22% dei casi l’omicida ha tenuto comportamenti indicativi (maltrattamenti, atti di violenza fisica o verbale eccetera) mentre in oltre il 15% dei casi mostrava problemi psicologici rilevanti (depressione, paranoia, eccetera). Da non sottovalutare le difficoltà economiche, presenti in oltre il 15% dei casi, che sono state talvolta l’elemento scatenante di eventi particolarmente sanguinosi.
“Nonostante le accese polemiche al riguardo”, ha commentato il professor De Nardis, "solo il 2,45% degli omicidi oggetto della nostra analisi scientifica si è verificato per eccesso di difesa. Un dato che ridimensiona la discussione sulla difesa legittima e che riguarda in realtà pochissimi casi”. Un altro importante elemento di novità è costituito dal fatto che tra i detentori di armi il numero degli omicidi è più basso del 20% rispetto alla popolazione generale, e al recente aumento delle licenze di porto d’armi ha corrisposto una diminuzione degli eventi.
“Il sistema di controllo dei detentori è evidentemente efficace”, ha concluso De Nardis, “anche se sono sempre possibili prospettive di miglioramento e in particolare lo stabilimento di un modello di monitoraggio che, mediante specifici alert, solleciti un controllo nei confronti dei soggetti meritevoli di maggiore attenzione”.