La prima edizione della fiera armiera bresciana, esportata in Canada (dove mai in precedenza un Paese straniero aveva avuto il via libera per organizzare una propria fiera di settore) ha riscosso l’interesse della comunità dei cacciatori e degli operatori professionali, canadesi e non solo.
Thomas Pigeon, il più famoso cacciatore del Canada (grazie ai suoi programmi tv), si è detto «entusiasta della risposta di pubblico» e ha auspicato «che da qui in avanti Brixia expo decida ogni anno di organizzare Exa in Canada in forma itinerante, magari in città come Calgary e Alberta, nelle quali ci sarebbe una risposta altrettanto positiva».
Il tema della mostra era la qualità italiana nella produzione armiera. E in tanti hanno manifestato interesse, non solo per i marchi arcinoti (Beretta e Benelli) e per gli altri (da Fausti a Uberti, da Sabatti a Pietta, da Salvinelli a Franchi a Investarm), ma anche per le particolarità: dalle incisioni di Sanzogni (in foto) ai fucili storici di Pierangelo Pedersoli. Una cultura radicata, quella dei canadesi: tra gli stand si sono viste intere famiglie, padri e figli e anche ragazzine poco più che adolescenti, imbracciare i fucili per vedere dal vivo un’arma italiana.
La maggioranza degli oltre mille visitatori ha parlato con entusiasmo delle produzioni italiane: «Le armi made in Italy hanno un valore superiore che si riflette sul prezzo di mercato», racconta un cacciatore italocanadese emigrato a Toronto, «le nostre sono spesso sotto i 10 mila euro, le italiane vanno oltre, ma danno emozioni diverse e hanno particolari pregiati davvero unici».