Finalmente le linee guida emanate dall’ufficio per lo Sport della presidenza del consiglio. Si parla di attività individuali e di quelle a squadre da svolgere singolarmente. Ma resterà deluso chi si attendeva un documento che avrebbe dovuto fare chiarezza…
Lo sport riparte in sicurezza è il titolo del documento redatto dal Coni, con la collaborazione del Politecnico di Torino 1, e contiene le Linee guida per ricominciare l’attività sportiva, sentite la Federazione medico sportiva italiana, le federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate e gli enti di promozione sportiva, nonché validate dal comitato tecnico-scientifico istituito presso il dipartimento della protezione civile. In verità, quello pubblicato è l’ennesimo esempio di come in Italia si riesca a rendere tutto impossibile da comprendere.
Attività ludica o attività ricreativa; attività sportiva o attività motoria; distanziamento sociale di un metro oppure di due metri. E ancora: il dpcm del primo ministro Conte che dovrebbe fungere da normazione secondaria al decreto legge convertito dal parlamento, ma che, invece, rimanda a future linee guida. Oggi escono le tanto annunciate linee guida e nel testo si specifica da subito che “le presenti Linee-Guida sono volte a fornire indicazioni generali e azioni di mitigazione utili ad accompagnare la ripresa dello sport di natura individuale nei termini sopra individuati a seguito del lockdown per l’emergenza Covid-19; esse dovranno essere declinate per le singole discipline a cura degli organismi sportivi di riferimento, per quanto di propria competenza. Sempre tenendo ben presente che il complesso delle misure contenute nel presente documento è da ritenersi valido “fino a nuove disposizioni”.
Una pazzia! Il documento partorito dall’ufficio per lo Sport della presidenza del consiglio è lungo 33 pagine, ma fin dalle prime righe chiarisce che pur dovendosi attenere scrupolosamente a quanto indicato, di fatto le disposizioni saranno attuabili quando integrate da ulteriori indicazioni delle singole federazioni. Il tutto in un continuo richiamo a norme, regolamenti e decreti anche di anni prima, come nel caso dell’idoneità fisica degli atleti, richiamo del tutto inutile visto che il contesto è quello dell’emergenza Covid-19. Il risultato? Un documento che per occuparsi di tutto riesce a non dare mai risposte chiare, soprattutto considerando che non è destinato a un dotto consesso di accademici, ma alle persone normali, agli appassionati, nel nostro caso a quelle delle varie discipline del tiro, che chiedono soltanto di capire quando, dove e come poter ricominciare a praticare attività sportive.