Le proposte per confinare in un posto idoneo l’orsa Jj4 continuano a piovere. Dal fronte animalista le idee, che secondo loro salverebbero per sempre la situazione in Trentino, sono ancora e sempre un insieme di nuvole vaghe in cui non prende forma nulla. Solo parole che enfatizzano un contenitore vuoto: “Informare la popolazione”…Ancora si pensa che i Trentini e i turisti non sappiano che ci sono gli orsi? “Chiudere aree con femmine accompagnate da piccoli”…a loro piacciono tanto gli animali negli zoo. “Corridoi faunistici”… e così via.
Con queste idee non si va da nessuna parte.
Per parte sua, la notizia che si sarebbe potuto abbattere l’orsa Jj4 ha scosso l’animo della fondatrice e presidente del “santuario” rumeno, Cristina Lapis. Che ha dichiarato che con le idee di abbattimento “sembra essere tornati al medioevo”. Vorremmo ricordarle che mentre in Italia la specie orso è protetta da1939 la Romania è stata la grande riserva di caccia per gli orsi fino al 2016. Sono stati migliaia gli orsi rumeni abbattuti a scopo di lucro per il governo, portando tanti ma tanti soldi in periodi in cui la vita nel Paese non era tanto rosea. E ancora oggi, quando un esemplare viene definito problematico, lo si inserisce subito negli abbattibili con permessi speciali. Per cui non accettiamo tali rimproveri.
Aggiungiamo che la signora dirige il famoso centro, che viene elevato al rango di santuario quando fa comodo agli animalisti, di circa 80 ettari. È costato ben 2 milioni di euro, e ne costa per il mantenimento altri 800.000 l’anno. Se fosse fatto in Italia, come viene chiesto dal fronte animalista, vorremmo sapere chi si accollerebbe tali spese. Ma aggiungiamo che contiene ben 119 orsi. Se dividiamo il numero per gli ettari, troviamo che ogni orso ha 6.153 metri quadrati. In natura, un orso mediamente ha un range di 100 km quadrati. Ma l’area contiene 8 recinti, ci sono le training area, dove dicono che sarebbe messa Jj4 non appena arrivata, gabbie di separazione, strutture, strade eccetera. Per cui in concreto la superficie sarebbe ancora inferiore. Praticamente nel nostro giardino ne avrebbero di più, di spazio a disposizione. Gli orsi poi, nel “santuario”, sono divisi tra maschi e femmine, madri con cuccioli, giovani, adulti e vecchi. Quindi santuario per loro, ma soltano zoo per chi non abbia i paraocchi. La chicca è che i maschi sono tutti castrati. Alla faccia del “santuario”. Abbiamo anche potuto osservare una foto del recinto, con una zona erbosa di circa 100 metri x 100, in cui siamo riusciti a contare non meno di 15 orsi. E critichiamo la promiscuità del Casteller? Tutto questo non ha suscitato solo la nostra perplessità, ma anche quella di molti veri esperti non legati ad associazioni di parte, e di organi di informazione non specializzati (come l’edizione on-line di Tempi).
La direzione dello zoo (non santuario…) afferma che sono tutti orsi presi nei circhi, in zoo chiusi, oppure utilizzati per spettacoli di strada o gabbie di privati. Quindi è forse un po’ più facile far convivere tali animali, che sono molto addomesticati. Ma per un animale selvatico è una condanna a morte giornaliera, che può durare anche 30 anni, il vedersi stretto tra reti e gabbie per sempre. Il buonismo mieloso degli animalisti non capisce questo. Casteller o zoo rumeno di Zarnesti, pietosamente chiamato Libearty Bear, sono la stessa prigione.