L’orso a Rai 3

Puntata di “Mi manda Rai 3” dedicata agli orsi in Trentino: a fronte dell’onnipresente tuttologo Mario Tozzi, finalmente è stato dato spazio ai tecnici che hanno ribadito quella che è la realtà dei fatti

Nella trasmissione Mi manda Rai 3 si è riparlato di orsi trentini. Ospiti Piero Genovesi dell’Ispra, Francesco Pedretti, biologo, Mario Tozzi, geologo, con un contribuito di Luigi Boitani, zoologo e del sindaco di Dimaro-Folgarida, Andrea Lazzaroni. Il dibattito è stato improntato su convivenza uomini-orsi. I diretti coinvolti erano Piero Genovesi e, in alcune parole, Boitani. Per il resto il sindaco giustamente non è un tecnico faunistico, ma un amministratore di cittadini e territorio. Pedretti non ci risulta che sia un gestore delle specie animali e men che mai lo è Mario Tozzi geologo, che il conduttore ha definito “amico”.

Riassumendo: Boitani ha commentato le immagini di alcuni orsi rinchiusi in recinti, osservando i comportamenti stereotipati chiaramente visibili, determinati dall’enorme disagio. Ci ha sorpreso quando ha ribadito che bisogna farsi sentire dagli orsi entrando nel loro ambiente. Come se non avessero sensi, e specialmente naso, per sentire chi si avvicina.

Mario Tozzi tra le altre cose ha di nuovo manifestato la sua disinformazione, nel definire colui che ha sparato ad Amarena come “delinquente cacciatore”. Risulta a tutti che la persona era in casa, e certo non a caccia. Tozzi ha ripetuto poi che sarebbe una sciocchezza ritenere noi uomini al vertice della piramide evolutiva. Noi non la riteniamo una sciocchezza. Ci siamo evoluti più degli animali. Non ci risulta che gli orsi, banalmente, costruiscano gli ospedali o mandino in orbita stazioni spaziali. Sono importantissimi certo. Ma siamo proprio noi al culmine evolutivo. Definendoli poi essenziali, ricordiamo a Tozzi, che al mondo non c’è nulla di essenziale. Né noi, né nessuna specie. Tozzi ha poi riportato l’esempio dell’Abruzzo “Dove tutti convivono con gli orsi”. Dimenticando che sono stati sterminati anche lì: sono rimasti i pochi “buoni” e ancora oggi sono al limite dell’estinzione. Per cui non ci sono comportamenti diversi.

Pedretti ha ribadito giustamente che orsi rinchiusi sono ormai orsi persi per la conservazione della specie. Sarebbe più consono, perso per perso, non condannarlo all’ergastolo. Meno sofferente sarebbe se fosse abbattuto. Non concordiamo con lui sulla visione turistica degli orsi negli altri Paesi, come la Slovenia o gli Usa, dove peraltro gli esemplari problematici vengono immediatamente abbattuti. Mentre qui intervengono sempre animalismo e Tar.

Il sindaco Lazzaroni è intervenuto molto equilibratamente e, da amministratore, ha ribadito il problema degli abitanti trentini frequentatori dei boschi per decine di attività, ormai diventate tradizionali. Il sindaco si è detto impensierito anche dall’aumento degli orsi, non compatibile con il poco territorio attualmente frequentato.

L’intervento di Genovesi è stato il più emblematico: ha sottolineato infatti che l’Ispra aveva avvertito dei problemi che si sarebbero potuti verificare di convivenza, e che ogni orso oltretutto ha il proprio unico carattere. Ha anche ricordato che l’Ispra non è contrario alla rimozione di un esemplare, secondo quanto previsto dal Pacobace. E che, se si intervenisse in base alle loro valutazioni, si rimuoverebbero soltanto 1-3 orsi l’anno. Per cui la specie rimarrebbe, numericamente parlando, in salute. Questo ci fa ritornare a quello che abbiamo detto tante volte. Gli orsi “buoni”, ovvero elusivi, sono quasi tutti. I pochi problematici dovrebbero essere rimossi, anzi abbattuti per essere chiari. E non condannarli all’ergastolo dall’animalismo nostrano. Direttamente responsabile delle loro sofferenze da reclusi.

Non è stata detta però una cosa. Che gli animalisti smettano di dargli da mangiare di nascosto, fenomeno più esteso di quanto si pensi e preludio alle visite abituali nei paesi. Sicuramente anche l’investimento in corso sui cassonetti idonei farà il suo effetto. Con ritardo, certo. Ma avete mai visto in Italia qualcosa fatto in tempo per prevenire?

Nel frattempo, l’orso si salva facendogli capire che l’uomo fa paura. È pericoloso e va evitato. E il sistema è uno solo.