Nella Carnia se ne parlava da due anni. Qualche giorno fa un orso bruno è stato fotografato da una camera agli infrarossi in un bosco in provincia di Udine.
L’immagine, pubblicata dal Messaggero Veneto è stata scattata mercoledì 21 marzo a poca distanza dal comune di Socchieve (Ud) nella zona della confluenza del torrente Lumiei con il Tagliamento.
Secondo il quotidiano locale, l’orso pesa circa un quintale e mezzo e ha trascorso l’inverno nella vallata. Ora si cercherà di seguirne le tracce, piazzargli un collare e così monitorarne gli spostamenti.
Gli orsi bruni sono tornati, seppur in pochi esemplari, a frequentare la zona della Carnia dalla fine degli anni Novanta, provenienti dalla vicina Slovenia.
Secondo l’università di Udine: “nel territorio del Friuli-Venezia Giulia la popolazione di orsi bruni è stimabile in circa 15-20 individui rispetto ai 600-700 nell’intero territorio sloveno. Le aree a maggiore presenza sono l’alta Valle del Natisone, Il Parco delle Prealpi Giulie, le zone del Jof di Montasio e dello Jof Fuart, Predil e Fusine, e le zone delle Alpi Carniche comprese tra Cason di Lanza e Coccau, oltre che la zona compresa tra Sauris e Forni”. Alcuni esemplari si troverebbero anche in Veneto e, più normalmente, in Trentino dove sull’Adamello sono stati reintrodotti.
Per non ostacolare la diffusione dell’orso, le autorità hanno predisposto una serie di risarcimenti per quegli allevatori i cui animali (soprattutto pecore) risultino aggrediti e divorati dai plantigradi. L’alimentazione dell’orso bruno tuttavia è costituita in prevalenza da bacche, radici e germogli, soprattutto in questa stagione.
Di solito l’orso bruno europeo (diverso da quello marsicano, presente in centro Italia) vive tra i 400 e i 1500 metri di quota, restando abitualmente lontano dai centri urbani, ai quali si avvicina solo in cerca di cibo se non riesce a procurarsene nei boschi.
L’elevata presenza della fauna selvatica (soprattutto cervi, caprioli, cinghiali e camosci) sia in Slovenia sia in Friuli ha consentito ai boschi della Carnia di tornare a vedere tra i suoi alberi anche altri predatori come la lince, lo sciacallo dorato e il procione. Per ora mancherebbe all’appello solo il lupo, abitante dell’area fino all’inizio del secolo scorso.