È notizia di questi giorni che un ingegnere di 33 anni residente ad Ausonia, in provincia di Frosinone, sarebbe stato aggredito da un’orsa nei pressi di San Donato di Valcomino, zona compresa nel Parco Nazionale d’Abruzzo, al confine con la provincia stessa di Frosinone. L’uomo avrebbe riportato fratture alle costole, una distorsione a una caviglia ed è stato curato per un morso sulla pancia. Ferite, appunto, che potrebbe essere attribuite proprio a un morso. Il condizionale è d’obbligo atteso il fatto che l’ente parco, al quale peraltro la vittima ha chiesto i danni per non aver apposto cartelli di pericolo, ha già messo le mani avanti dichiarando che il racconto dell’uomo presenterebbe incongruenze.
L’uomo ha dichiarato che stava effettuando una passeggiata con il proprio cane al guinzaglio quando quest’ultimo si è allarmato: lui ha quindi scorto due cuccioli di orso a poca distanza. Nel frattempo ha visto un orso adulto che, sollevatosi sulle zampe, gli è venuto incontro aggredendolo e facendo rotolare ambedue giù per una discesa. Separatosi dall’orso, è stato salvato dal proprio cane che ha furiosamente abbaiato contro il plantigrado, dando al suo padrone il tempo di allontanarsi per tornare alla macchina. Successivamente curato nell’ospedale di Cassino, ha tuttavia perso le tracce del cane che, però, è stato fortunatamente ritrovato 3 giorni dopo, senza nessuna ferita. Meno male che non è stato intercettato dai lupi, nei giorni passati in montagna, come invece accade sovente per animali domestici smarriti. Questo il suo racconto che, come abbiamo anticipato, è messo in dubbio da parte della direzione del parco.
Noi come siano andate veramente le cose non lo sappiamo. Possiamo dire che sicuramente, se fosse andato tutto così come raccontato, è pacifico che una persona normale, non avvezza cioè a stare a così stretto contatto con animali di mole, oltretutto impaurito e ferito sia un po’ confuso nei racconti. L’episodio è stato ampiamente riportato da moltissime testate, ma nessuna voce fino adesso si è levata dal mondo animalista. Al contrario di quanto avvenne in Trentino, quando padre e figlio furono pesantemente aggrediti e feriti da un orso, femmina probabilmente, per essere poi accusati di comportamento aggressivo verso l’orso stesso, tanto da provocarne la reazione. Certo il ritrovamento del cane, come sembra senza guinzaglio, fa pensare che forse non l’avesse nemmeno durante la passeggiata. E questo cambia molto il risultato dell’aggressione. Il personale del parco, in un successivo sopralluogo, avrebbe sì individuato un’orsa con cuccioli, senza che la madre avesse alcuna reazione aggressiva. Cosa normale, in quanto sicuramente il personale era senza cani al seguito. Potrebbe essere stata verosimilmente proprio la presenza del cane, a scatenare l’eventuale aggressione. Come sia andata lo si saprà, forse, nei giorni a venire. Un paio di considerazioni si possono però senz’altro fare.
Primo: sempre se fosse andata veramente così sarebbe finita la favola, venduta a prezzi stracciati dai vari salvatori della Natura, dell’orso “gentile”. Al contrario, anche l’orso bruno d’Abruzzo fa l’orso “vero”. E se si trova con cuccioli, e con cani e persone tra i piedi, si incazza e reagisce. Finalmente, diciamo noi. Così magari finalmente sarà trattato con il riguardo che merita e che magari salverebbe e aiuterebbe orsi come Carrito, tallonato a vista da fotografi e registi in erba, che fanno a gara per seguirlo e filmarlo ovunque. State alla larga, che l’orso morde.
Secondo: magari la gente capirà che i cani, nei territori abitati da questi animali, con o senza guinzaglio, debbono stare a casa. È ripetuta ormai, in numerosi casi, l’aggressione a persone che hanno cani al seguito sia da parte di orsi, sia specialmente di cinghiali. Questi selvatici nel cane vedono un predatore che richiama il lupo. Se per l’uomo hanno naturale repulsione o indifferenza, non altrettanto con i cani. Per cui magari cesserà anche questa mania di portarseli dietro in tali escursioni. E dovrebbe essere proibito anche dalle direzioni dei parchi stessi, pena multe salate.