Sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità europea è stato pubblicato il regolamento numero 185/2010 del 4 marzo 2010 adottato dalla commissione, con cui vengono sancite nuove disposizioni per l’attuazione delle norme comuni sulla sicurezza dell’aviazione civile. All’allegato 5-B del regolamento, che entrerà in vigore il 29 aprile, è stato inserito il divieto di trasportare munizioni nel bagaglio di stiva, nonostante nella precedente versione numero 820 del 19 agosto 2008 non fosse contemplato questo divieto.
Non condivide la decisione della commissione europea l’Anpam (Associazione nazionale produttori armi e munizioni) secondo cui “le munizioni potrebbero essere spedite con le deroghe di cui al 5.4.2 di pagina 19”. Per porre tempestivamente rimedio alla situazione che andrebbe a penalizzare cacciatori e tiratori, l’Anpam, congiuntamente alle associazioni di riferimento dell’Unione europea, si sta attivando per approfondire l’argomento.
Anche l’europarlamentare Sergio Berlato è sceso in campo in difesa degli appassionati di caccia e tiro che vogliono spostarsi in aereo per partecipare a gare o a giornate di caccia all’estero. Il vice capo della delegazione italiana nel gruppo del partito popolare europeo ha presentato un’interrogazione scritta prioritaria per manifestare la sua contrarietà al nuovo regolamento dal momento che “il trasporto di munizioni nel bagaglio da stiva è sempre stato consentito senza compromettere né la sicurezza dei passeggeri né quella dell’aeromobile e che l’applicazione del divieto comporterebbe gravi conseguenze al settore del tiro sportivo e ai praticanti l’attività venatoria”
Tra i punti della sua interrogazione alla commissione, Berlato ha fatto presente “che le ben limitate e predeterminate quantità di munizioni, stabilite dalle norme Iata, che viaggiano come bagaglio appresso del viaggiatore e collocate nella stiva degli aeromobili, sono sempre preventivamente dichiarate e portate in contenitori che garantiscono la sicurezza dell’aeromobile e dei suoi passeggeri”.
Berlato, che intende coinvolgere anche il commissario italiano Antonio Tajani, ha invitato tutte le categorie economiche e sociali, penalizzate dall’applicazione del divieto, a fare pressione sulla commissione europea perché receda dalla decisione presa.