Continua l’esame della bozza di decreto legislativo per il recepimento della direttiva comunitaria Armi 2008/51/Ce. Nella seduta della prima commissione permanente al Senato del 22 settembre, però, emergono situazioni che, se da un lato fanno capire che le istanze portate avanti dagli appassionati e dalla Fisat sono state tenute in considerazione, dall’altro mostrano preoccupanti “involuzioni” su altri aspetti.
La senatrice Adamo (Pd), già firmataria di un disegno di legge inutilmente punitivo nei confronti dei possessori di armi (è quella che vorrebbe obbligare a stipulare una polizza di assicurazione per aiutare le vittime della “follia armata”, ignorando che in caso di omicidio volontario le assicurazioni non pagano), si distingue per l’opposizione costante a qualsiasi ipotesi di “alleggerimento” del testo originale del decreto e, in particolare, si oppone alle ipotesi avanzate tra gli altri dal senatore Benedetti Valentini (Pdl, in foto) di eliminare dal testo i riferimenti alla ricarica, che nulla hanno a che vedere con la direttiva europea, e di considerare i caricatori non più “parte di arma”. Nell’allegato ai lavori della seduta, però, si legge tra gli interventi dello stesso Valentini che, nel suggerire una soluzione meno rigorosa per i puntatori laser, spunta la proposta di proibire espressamente il porto dei cosiddettti “storditori elettrici”, e questo “al fine di superare una grave incertezza interpretativa con ripercussioni anche sull’applicazione delle sanzioni penali”. Si cerca, quindi, di introdurre un ulteriore limite non previsto in alcun modo dalla direttiva europea, e neppure dalla prima bozza del decreto! Per quanto riguarda il Soft air (si vogliono vietare quelle con parti in metallo e proibire, in pratica, le importazioni, condannando il settore a morte certa), si chiede di applicare i divieti “in modo graduale” (quindi invece di un colpo alla tempia agli importatori, si opterà per la garrota…) e di alzare il limite di età per l’acquisto da 14 a 16 anni!
Si ha, a questo punto, la certezza che il decreto è in realtà una vera e propria norma omnibus sulle armi, ispirata da funzionari ministeriali notoriamente “anti” e portata avanti ottusamente da uno schieramento parlamentare trasversale di onorevoli disinformati. La pressione degli appassionati non può, a questo punto, diminuire, perché le cose sono ben lungi dall’essere risolte! Anzi, si finisce dalla padella nella brace. L’unico dubbio a questo punto è: ma questi politici, ci sono o ci fanno? Ma soprattutto, si aspettano che siamo tutti cretini?
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