Ieri il presidente francese uscente, Emmanuel Macron, ha superato il primo turno elettorale con un vantaggio su tutti gli altri candidati; affronterà il ballottaggio con la leader di destra Marine Le Pen. Tra i grandi temi che dividono l’elettorato ci sono, anche, quelli relativi alla sicurezza e in particolare alla costante crescita della criminalità in molte città della Francia. A questo proposito, alcuni giorni fa in un incontro pre-elettorale, Macron ha rilasciato dichiarazioni molto nette (e anche discretamente demagogiche) in merito a come la pensi sul fatto che i cittadini possano ricorrere alla legittima difesa.
Lo spunto di discussione è stato dato dalla notizia di un contadino del dipartimento della Charente, incriminato per omicidio per aver sparato a uno dei quattro malviventi che si erano introdotti in casa sua, uccidendolo. Il contadino era solo in casa con la figlioletta di 3 anni e dovrà, adesso, inevitabilmente fronteggiare un processo.
Macron, dopo aver premesso di non voler commentare la specifica notizia, si è tuttavia lanciato a spada tratta sul tema del contrasto alla criminalità e della legittima difesa, sfoderando tutto l’arsenale di demagogia del politico di centro-sinistra: ha infatti esordito dichiarando che la Francia è “uno Stato di diritto”, nel quale “tutti hanno diritto alla sicurezza ed è un dovere delle autorità pubbliche assicurarla”, sottolineando però di essere “contrario all’autodifesa” perché altrimenti “diventa il Far West”. Macron ha inoltre sottolineato di non volere “un Paese nel quale proliferano le armi e nel quale si ritenga che spetti al cittadino difendersi”. Macron ha concluso il suo discorso sottolineando di aver disposto la creazione di 200 brigate di gendarmeria per rafforzare la presenza dello Stato nelle zone rurali.
Ma che c’entra il Far West?
Per chi, leggendo le dichiarazioni dell’enfant prodige di Francia, avesse come un senso di deja vu, possiamo in effetti confermare che si tratta del classico pacchetto di dichiarazioni standard dei politici di centro-sinistra europei, a partire da quelli italiani, dal Pd all’M5S e così via. Un pacchetto di affermazioni che viene sciorinato a bella posta in occasione di questo tipo di eventi (parliamo sia delle elezioni, sia del drammatico caso del contadino della Charente), utile a troncare ogni ulteriore riflessione sull’argomento, senza peraltro consentire un approfondimento dialettico che sarebbe, invece, indispensabile per superare quella contrapposizione manichea tra “Stato che garantisce la sicurezza” concepito come alternativo al “cittadino che si difende”.
A tutt’oggi non si capisce, né tantomeno i politici di centro-sinistra si sono mai preoccupati di spiegarlo, perché la possibilità di autodifesa da parte del cittadino debba essere considerato come qualcosa di “alternativo” rispetto a un apparato preventivo e repressivo di sicurezza da parte delle forze di polizia sul territorio. Analizzando la vicenda del povero contadino della Charente, si evidenzia che quando l’aggressore (in questo caso gli aggressori) sono ormai dentro le pareti di casa, lo Stato ha palesato di aver fallito il proprio compito e l’unica cosa che resta, purtroppo, al cittadino, è quella di lottare per la propria sopravvivenza. Quando ti trovi davanti uno sconosciuto, nel salotto di casa tua, come si fa materialmente a chiamare le forze dell’ordine? Si chiede al malvivente di aspettare gentilmente in un angolo? E di non disturbare, che poi magari la ricezione risulta disturbata?
Il ruolo dello Stato è quello di assicurare, attraverso un efficiente apparato di sicurezza, che i malviventi non entrino nelle case dei cittadini. E ogni qualvolta sia possibile, al cittadino che si trovi minacciato dall’ingresso di sconosciuti spetta indubbiamente di trincerarsi, se possibile, in una delle stanze della casa per chiamare, nonostante tutto, le forze dell’ordine ogni qualvolta ciò sia possibile in sicurezza. Ma nel momento in cui ogni possibilità di mettere una barriera tra sé e gli intrusi diventa impossibile, ogni qualvolta gli intrusi dimostrino di essere pericolosi e di non desistere dalla propria azione criminosa nonostante la minaccia di ricorrere alle armi, allora vi sono occasioni nelle quali al cittadino deve essere assicurata la possibilità di sopravvivere ai propri aggressori, con i mezzi più efficaci che abbia a disposizione. Non c’entra niente il Far West: è chiaro che quanto più efficace sarà lo Stato nel garantire la sicurezza, quanto meno frequenti saranno questi casi. L’autodifesa del cittadino quindi non è “alternativa” rispetto allo Stato, bensì semmai “complementare” e i due “mondi” non sono in alcun modo in contrapposizione, come il dem-pensiero invece vorrebbe spacciare.