Uno dei cavalli impegnati nelle prove del Palio di Siena è morto dopo aver impattato una delle transenne, nel giorno precedente all'edizione di luglio della storica corsa ippica che si svolge nella città toscana. Questo ha dato lo spunto agli ambientalisti, ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla in testa, per mettere a segno un colpo durissimo alla manifestazione, che si svolge ininterrottamente dal 1644 in due edizioni, il 2 luglio e il 16 agosto (più, in taluni casi, una ulteriore "edizione straordinaria"). Il Codacons ha annunciato il deposito di un esposto alla Procura della Repubblica di Siena: "E' giunta l'ora di vietare pali e gare che vedano protagonisti cavalli e altri animali", dice l'associazione dei consumatori. E la Lav ha chiesto la sospensione della gara per lutto. "Sono profondamente rattristata per l'ennesimo tragico incidente costato la vita a un cavallo durante le prove del palio di Siena", ha commentato il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, "Da tempo avevo lanciato l'allarme circa le condizioni di pericolosità per gli animali coinvolti in questa anacronistica manifestazione. Credo che sia giunto il momento di sottoporre a un esame rigoroso questa e altre competizioni in cui creature viventi vengono sfruttate e rischiano la vita per il solo divertimento dell'uomo. E il palio di Siena, visto quello che accade ripetutamente, non può più considerarsi intoccabile. Certamente è stata una giusta decisione non candidarlo a diventare patrimonio dell'Unesco. Una decisione che avrebbe legato l'immagine del nostro Paese alla morte violenta di un altro cavallo innocente. Non è questa l'italia che vogliamo fare conoscere al mondo".
Certo, aggiungiamo noi, la morte di un cavallo è un evento tragico e, purtroppo, non è la prima volta che si verifica nell’ambito del palio di Siena. È pur vero che le migliaia di turisti, stranieri e non solo, che vengono tutti gli anni a godere di questa manifestazione probabilmente hanno ripercussioni non indifferenti sulla vita economica di Siena. Così come avviene per le armi, forse l’approccio di chi ci governa può e deve essere più articolato rispetto al semplice tentativo di vietare tout court una manifestazione plurisecolare che è vissuta così intensamente dai cittadini senesi.
Se si vuole parlare di benessere degli animali, allora non c’è ambito umano che possa sopravvivere: dalle mostre canine e feline, con animali resi isterici e dal pedigree talmente puro da essere afflitti da malattie genetiche di ogni sorta, agli allevamenti "in batteria" di bovini e suini, e così via. Forse, in questi casi, è l’ipocrisia la prima minaccia da combattere. Ciò che più fa paura, però, è avere un governo, di qualsiasi colore esso sia, che ragiona in termini di diktat in base alle esasperazioni personali dei propri singoli ministri.