Ecco cosa è successo nelle commissioni che hanno “esaminato” lo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2008/51/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2008, che modifica la direttiva 91/477/CEE del Consiglio, relativa al controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi, atto del governo n° 236. Si colgono le posizioni del sottosegretario del ministero dell’Interno, Alfredo Mantovano (Pdl), a quanto pare “desideroso” di chiudere la vicenda senza ulteriori interventi sullo schema che ormai conosciamo bene tutti, e che tuttavia è almeno contrario all’audizione delle organizzazioni sindacali delle forze dell’ordine (e anche qui sappiamo bene di chi si tratta) come vorrebbe il deputato del Pd Gianclaudio Bressa. Al senato il presidente Carlo Vizzini (Pdl) ci fa capire che ci sono ancora 90 giorni di tempo per lavorare sullo schema. Ma leggiamo i resoconti delle due commissioni.
“Alla 1ª Commissione permanente (Affari Costituzionali) della camera dei deputati mercoledì 4 agosto 2010, Donato Bruno (Pdl), presidente, avverte che la Federazione italiana storia armi tiro (Fisat) e l’Associazione nazionale produttori armi e munizioni (Anpam) hanno chiesto di essere audite nell’ambito dell’esame dell’atto in titolo. L’ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha concordato sull’utilità di svolgere audizioni sulla materia oggetto dello schema di decreto. Le audizioni si svolgeranno alla ripresa dei lavori della Commissione dopo la pausa estiva.
Ricorda che il Governo si è dichiarato disponibile ad attendere l’espressione del parere parlamentare fino al 23 settembre prossimo.
Il sottosegretario Alfredo Mantovano chiarisce che un confronto con i destinatari del provvedimento si è già svolto presso il ministero dell’Interno, attraverso una serie di incontri con le organizzazioni di rappresentanza dei soggetti operanti nel settore e dei consumatori, e che il Governo ha tenuto conto, nella redazione dello schema di decreto in esame, di quanto emerso da questo confronto. Ciò premesso, ritiene che un nuovo confronto in sede parlamentare possa essere senz’altro utile anche per il Governo, il quale è senz’altro disponibile ad accogliere suggerimenti per il miglioramento del testo in vista di una sintesi soddisfacente degli interessi coinvolti, ferma restando l’esigenza di rispettare la direttiva comunitaria che l’Italia è chiamata a recepire.
Gianclaudio Bressa (Pd) osserva che potrebbe essere utile audire anche le organizzazioni sindacali delle forze dell’ordine.
Il sottosegretario Alfredo Mantovano ritiene che le organizzazioni sindacali non siano interessate dal provvedimento in esame, che non incide sul personale delle forze dell’ordine. Se la Commissione ritiene di audire esperti del ministero dell’interno, occorrerebbe far riferimento ai dirigenti degli uffici competenti, i quali sono peraltro anche i materiali estensori dello schema di decreto in esame.
Mario Tassone (Udc) ritiene che sarebbe importante conoscere la genesi del provvedimento in esame, con particolare riguardo alle ragioni che renderebbero necessaria una riforma della attuale disciplina in materia di controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi.
Donato Bruno, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta”.
Alla omologa 1ª Commissione permanente (Affari Costituzionali) del senato della Repubblica, lo scorso 3 agosto, il presidente Carlo Vizzini (Pdl) “comunica che, in data 27 luglio, è stato assegnato, per l’acquisizione del parere parlamentare, lo schema di decreto legislativo in titolo. Il termine previsto per l’espressione di detto parere è fissato al 5 settembre 2010: si tratta del termine dei quaranta giorni ordinariamente previsti dalla legge comunitaria, decorsi i quali i decreti legislativi di attuazione di direttive comunitarie sono emanati, anche in mancanza di parere. È di tutta evidenza, rispetto alla data di assegnazione e alla imminente chiusura dei lavori parlamentari per la pausa estiva, l’impossibilità di rispettare il termine previsto. Soccorre, a tale riguardo, la disposizione contenuta nel comma 3 dell’articolo 1 della legge comunitaria per il 2008, con la quale sono prorogati di novanta giorni i termini per l’esercizio della delega, qualora il quarantesimo giorno (5 settembre 2010) cada nei trenta giorni che precedono il 28 luglio 2010 o dopo (ed è il caso in esame).
In considerazione dell’interesse che la materia ha avuto in Commissione nel corso dell’esame del disegno di legge n° 1558 (quello della senatrice Pd Marilena Adamo, ahinoi, ndr), in materia di porto d’armi, riferisce di aver chiesto al Governo, con una lettera inviata al ministro per le Politiche europee, onorevole Ronchi, di attendere, prima dell’emanazione del provvedimento, il parere della Commissione, che sarà dato tempestivamente dopo la pausa estiva”.