Non è candidato, ma ha molto da dire su caccia e armi (e sulla Direttiva europea). Critica apertamente il Movimento 5 stelle
Stefano Maullu, di Forza Italia, parlamentare europeo dal 2015 nel Partito popolare europeo, non è candidato alle Elezioni del 4 marzo. È concentrato sul suo mandato che scadrà nel 2019: «Quello europeo è un contesto impegnativo e stimolante perché oggi più che mai la maggior parte delle decisioni che ricadono sui cittadini dipendono da strategie e politiche comunitarie».
Ha comunque voluto rispondere ad alcune nostre domande sull’attualità del confronto politico sui temi di interesse degli appassionati.
Proprio in Europa, lei si è distinto nel contrasto alla illiberale e vessatoria revisione della Direttiva armi che deve ancora essere recepita nel nostro ordinamento. Come pensa si debba agire in proposito?
«In Europa ho urlato più forte che potevo tutta la mia contrarietà rispetto a una politica sulle armi che ritengo assurda, illogica e illiberale. Sul territorio dobbiamo fare sempre più informazione, dobbiamo contrastare una certa onda mediatica che non aspetta altro che scrivere “armi” sulle prime pagine con toni velenosi e in modo pretestuoso. A livello politico dobbiamo fare rete tra i vari livelli istituzionali per rendere il più efficace possibile il lavoro sul processo di recepimento della Direttiva armi nel nostro ordinamento. Siamo partiti, andremo fino in fondo e non molleremo di un centimetro, sperando di poter contare in Italia su un nuovo governo che con intelligenza possa supportare queste istanze».
Ieri il Movimento 5 stelle ha affermato di voler “abolire la caccia” citando il numero di vittime umane causato dai cacciatori nel corso dell’ultima stagione…
«Come sempre, le proposte dei grillini si basano su un’ostinata ignoranza, sulla volontà di soddisfare in maniera grossolana gli appetiti di certi segmenti della popolazione, come gli ambientalisti o gli animalisti. Affermare di voler “abolire la caccia” non ha alcun senso – i grillini vorrebbero davvero impedire a quasi un milione di persone di esercitare la propria attività? -, e i seguaci di Grillo si dimenticano di aggiungere che la caccia, in alcune determinate località, ha contribuito in maniera determinante alla stabilizzazione degli ecosistemi naturali, eliminando le specie più pericolose e invasive. Indipendentemente dal numero di vittime prodotte dai cacciatori, in ogni caso, i grillini resteranno sempre più pericolosi e mortali di qualsiasi arma da fuoco. Luigi Di Maio ha anche annunciato l’intenzione di togliere le armi dalle case degli italiani. È l’ennesima dimostrazione della lontananza siderale dei grillini dalle esigenze reali del Paese, di tutti i cittadini in difficoltà. Privare le persone oneste della possibilità di difendersi equivale a togliergli un diritto sacro e inviolabile, lasciandoli alla mercè dei delinquenti. La differenza con la proposta del centrodestra non potrebbe essere più evidente: la nostra coalizione spinge per riformare la legittima difesa, per renderla più adeguata alle esigenze di chi vuole difendersi».
In tema di Politiche 2018, come ritiene sia l'atteggiamento del suo partito e della coalizione nei confronti dei cittadini legittimi detentori di armi e della caccia?
«Forza Italia è un grande movimento nel quale a differenza di altri partiti creati con fusioni “a freddo” c'è dibattito su diversi temi, a fronte di una sintesi molto compatta sui valori e sugli obiettivi basilari. Sul possesso legale di armi e sulla caccia ci sono differenze di vedute anche piuttosto marcate. Nel centrodestra le istanze legate al possesso di armi rappresentano un tema molto sensibile. Più che sulle posizioni, vedremo prossimamente i fatti nell'iter del recepimento della assurda Direttiva europea 477. Personalmente porto avanti ormai da tre anni a Bruxelles e Strasburgo le istanze dei possessori legali di armi, degli appassionati, dei cacciatori: trovo che sia una battaglia di civiltà e di giustizia, a fronte di una ingiustificata e inutile crociata di un certo establishment volta a demonizzare in modo cieco il concetto stesso di arma».
Abbiamo parlato di centrodestra e M5s. E la sinistra?
«A sinistra vedo il classico approccio ideologico utile solo a fare della filosofia ormai passata di moda, senza minimamente affrontare il tema nel merito, senza studiarlo, senza conoscere chi ne è coinvolto».
Qual è la sua personale posizione, rispetto alla detenzione di armi, per sport o difesa e alla caccia?
«Da un punto di vista ideale penso che sia folle quell'atteggiamento che vede nell'arma una delle fonti maggiori dei mali del mondo. Di fatto è in atto da qualche anno un processo a diversi livelli con cui vengono penalizzati e colpiti i legali possessori di armi, le persone oneste che detengono un'arma per passione, per collezionismo, per sicurezza personale o per sport: tutto questo non serve a nulla, perché non è colpendo le persone oneste che si fermano i delinquenti e i terroristi. Pensiamo all'ultima serie di attentati in Europa, messi in atto con coltelli, automobili e furgoni: per la stessa assurda ratio di chi ha ideato la Direttiva 477 bisognerebbe vietare forse i coltelli che abbiamo in cucina o le automobili? Tutto può diventare un'arma se utilizzato in modo improprio: spesso, invece, attaccare il concetto di arma da fuoco è una specie di lavaggio della coscienza, per indicare in modo frettoloso l'origine di ogni male, evitando di affrontare ben altri problemi. Il mio personale impegno su questo tema deriva da un contatto diretto, sul territorio, che da anni ormai porto avanti con i legali possessori di armi, con chi frequenta i poligoni, con i collezionisti, con i cacciatori. Ho conosciuto e parlo tutti i giorni con persone che amano il territorio, la natura, che coltivano valori che meritano di essere tutelati e rappresentati. Anche nel 2018 questo rapporto di confronto e condivisione proseguirà sia in Italia sia in Europa, con il lavoro che abbiamo iniziato e che va portato avanti».