Quanto avvenuto l’altroieri a Milano, nella zona della stazione Centrale, è il classico caso “da manuale” relativamente alla necessità di dotare anche gli operatori della polizia locale, in special modo delle grandi città, della pistola a impulsi elettrici “Taser”. Un camerunense di 27 anni senza fissa dimora, infatti, alla richiesta di esibire i documenti per un controllo ha iniziato a insultare una agente della polizia locale, poi ha cercato di aggredire lei e il collega per poi darsi alla fuga. Circondato dagli operatori della polizia locale, ne ha colpito uno con una bastonata alla testa, provocandogli la frattura del cranio (e cinque punti di sutura), mentre gli altri cercavano di bloccarlo con lo spray urticante, senza esito efficace. Datosi nuovamente alla fuga, e nuovamente circondato, ha colpito un altro agente che si è protetto con il braccio, desistendo infine quando uno degli operatori ha sparato un colpo di pistola in aria, avendo ormai esaurito lo spray. L’aggressore era già destinatario di un ordine di espulsione e aveva precedenti di polizia per resistenza e violenza a pubblico ufficiale.
Dotando gli operatori di polizia locale di Taser (come è possibile, per le città con oltre 100 mila abitanti, in base ai decreti sicurezza), si sarebbe evitato innanzi tutto di avere un operatore seriamente ferito ma, anche, di sparare un colpo in aria, procedura che, per quanto a tutt’oggi ancora incredibilmente sia consigliata da alcuni istruttori delle forze dell’ordine, è opportuno sottolineare che presenta un elevato rischio per l’incolumità delle persone, specialmente pensando a un contesto densamente abitato qual è una città capoluogo di provincia. Né d’altro canto sembravano essere rimaste soluzioni alternative all’operatore, salvo quella di sparare al soggetto, esponendosi a un calvario giudiziario senza fine.
Tra lo spray antiaggressione (palesatosi, in questa come in altre circostanze, poco efficace) e l’arma d’ordinanza (che è spesso letale e il cui impiego è fortemente a rischio in un contesto densamente urbanizzato), ci sarebbe l’impiego della pistola elettrica Taser. La distribuzione della quale, però, il consiglio comunale nel 2019 (nel corso del precedente mandato del sindaco Sala) ha ritenuto di bocciare, con motivazioni di tipo prettamente ideologico.
“Quanto accaduto è l’ennesimo episodio che va a sommarsi alla miriade di situazioni che accadono ogni giorno e che vedono coinvolta la polizia locale”, ha dichiarato Alfredo Masucci, operatore di polizia locale e coordinatore regionale uil Fpl, “solo per pura casualità non è finita in tragedia. Chiediamo all’Amministrazione di ragionare seriamente sulla formazione continua degli operatori, per dare a tutti strumenti di tutela più adeguati che garantiscano maggior protezione per chi deve pensare alla sicurezza dei cittadini. Non si può pensare che un agente di polizia locale sia meno esposto ai pericoli di una città come Milano rispetto ad altro personale in divisa”.