L’arma ha sparato “da sola”, il colpo è partito “da solo”: capita spesso di sentire o di leggere frasi del genere quando vengono descritti incidenti che abbiano coinvolto armi da fuoco e, principalmente, le pistole semiautomatiche, tanto in mano a privati, quanto nelle mani degli appartenenti alle forze dell’ordine. Tanto che, spesso, da parte delle persone che non hanno dimestichezza con le armi, alla vista di un’arma (anche banalmente appoggiata su un tavolo) si scatena un vero e proprio terrore reverenziale, determinato dalla paura che l’arma d’improvviso si metta a sparare, appunto, da sola.
Conviene quindi, in effetti, cercare di analizzare il fenomeno per capire se, e in quale misura, esista la possibilità che un’arma possa “sparare da sola”, con particolare riferimento (ma non solo) alle pistole semiautomatiche.
Innanzi tutto…
Partiamo dal concetto di base: un’arma può sparare, “da sola” o meno, solo nel momento in cui sia carica. Quindi, parlando di un’arma corta semiautomatica, l’arma può sparare nel momento in cui c’è il colpo in canna e questo tanto nel caso in cui si prema volontariamente il grilletto, quanto nel caso in cui si verifichi un qualsiasi tipo di accidente. Se non c’è il colpo in canna, il colpo non può partire in nessun caso. Questo è il dato basilare. Quindi, uno dei sistemi migliori per evitare uno sparo accidentale, è quello di camerare la cartuccia solo nel momento in cui ci si accinge effettivamente a far uso dell’arma (al poligono come a caccia o in un contesto di difesa personale), tenendo la camera di cartuccia vuota in tutti gli altri casi.
A questo concetto elementare è strettamente collegato il principale evento che viene (erroneamente) classificato come “sparo autonomo dell’arma”: nella stragrande maggioranza dei casi, l’arma spara “da sola” perché è carica e perché colui il quale la impugnava, ha appoggiato il dito sul grilletto. In altre parole: l’arma ha sparato perché qualcuno, anche involontariamente, ha premuto il grilletto. Il che significa, in altre parole, che l’arma non ha sparato “da sola”, ma ha avuto necessità della collaborazione (involontaria o meno) del tiratore. Questa eventualità può essere agevolmente evitata nel momento in cui, oltre a camerare la cartuccia solo nell’imminenza dell’impiego, si abbia l’accortezza di tenere il dito fuori dal ponticello del grilletto fino a quando non si sta puntando l’arma verso il bersaglio che si vuole effettivamente colpire.
Può non bastare
Con le due procedure appena evidenziate (che vengono SEMPRE insegnate nel corso propedeutico al certificato di idoneità al maneggio armi, ma conviene ricordarle periodicamente), il 99,9 per cento dei casi in cui l’arma ha sparato “da sola” si sarebbe potuto evitare. Esiste, tuttavia, una casistica molto rara nella quale un’arma effettivamente potrebbe “sparare da sola”.
Un’arma, semiautomatica o non, è un dispositivo meccanico di precisione che, come ogni altro dispositivo meccanico, può essere soggetto a usura e a rotture. Quindi è chiaro che, nel momento in cui l’arma non è in buone condizioni d’uso, per usura o rottura traumatica delle componenti, esiste un rischio che, una volta caricata l’arma, il dispositivo di sparo possa sganciarsi accidentalmente, determinando la partenza del colpo. Questo tipo di usura o di rottura può interessare anche i dispositivi di sicurezza manuale o automatici, quindi il primo e più importante consiglio da dare al riguardo è che il grilletto non vada MAI premuto ANCHE nel momento in cui è inserita la sicura manuale. In altre parole, il maneggio dell’arma deve partire dal presupposto che la sicura manuale possa non funzionare correttamente e non bisogna MAI fare affidamento sulla sicura manuale per giustificare un maneggio imprudente o improprio. Quindi, come sopra: l’arma va caricata solo nell’imminenza dell’impiego e il dito va appoggiato sul grilletto solo quando si sta puntando il bersaglio che si intende colpire.
Per quanto riguarda la presenza di usura o di rotture, il modo per ovviarvi è sempre quello di esaminare con attenzione l’arma, dopo averla smontata, controllando e verificando lo stato delle singole parti principali: canna, carrello-otturatore, dispositivo di scatto e telaio-impugnatura. Questa ispezione va eseguita dopo ogni impiego a fuoco dell’arma, in concomitanza con le operazioni di pulizia, e può essere seguita dall’esecuzione di un test funzionale ad arma SCARICA, immediatamente dopo averla rimontata, volta a verificare che lo scatto funzioni correttamente, come altrettanto correttamente funzioni il disconnettore. La verifica di quest’ultimo si effettua scattando a vuoto, mantenendo la pressione sul grilletto, arretrando e rilasciando il carrello: dopo aver fatto ciò, si rilascia la pressione sul grilletto e si deve avvertire il “click” del reingaggio del dente di scatto da parte della barra del grilletto. Ergo, per scongiurare il rischio di spari accidentali in seguito a usura o rotture meccaniche, è buona norma ispezionare e verificare l’arma dopo ogni impiego a fuoco e, comunque, PRIMA di accingersi a caricarla.
Lo slam fire
Un evento nel quale può verificarsi il rischio di sparo accidentale è il cosiddetto “slam fire”, che si verifica cioè quando il colpo parte “automaticamente” quando si manda in chiusura l’otturatore nell’azione di cameratura della cartuccia. Questo evento in realtà non accade praticamente mai con le pistole semiautomatiche ed è abbastanza raro anche con le moderne carabine, può tuttavia verificarsi con le carabine semiautomatiche Ex ordinanza, spesso sprovviste di molla di ritorno del percussore. In questi casi ovviamente la prima regola è sempre quella di mettere il colpo in canna solo quando si è puntati al bersaglio e, possibilmente, di utilizzare cartucce con inneschi dotati di maggior spessore tra quelli disponibili sul mercato.
Lo sparo di origine “traumatica”
Anche nel caso in cui l’arma sia in perfetto stato d’uso e il maneggio dell’arma sia corretto, esiste un ultimo frangente, remotissimo ma pur sempre possibile, nel quale l’arma potrebbe effettivamente sparare “da sola”, ed è in occasione di una caduta a terra dell’arma o di un forte urto. Lo sparo “automatico” dell’arma può verificarsi, in tal caso, per due ragioni principali: la prima è che la caduta o l’urto siano di tale entità da determinare lo sgancio del dente di scatto dalla tacca del cane (per le armi che siano dotate di cane) o dal dente del percussore (per le armi con percussore lanciato). In tali casi, però, spesso lo sparo è impedito dal fatto che il dente di aggancio viene “acchiappato” dalla tacca di mezza monta del cane e, nelle pistole di più moderna concezione e costruzione, dalla presenza della sicura automatica al percussore, che impedisce l’avanzamento del percussore medesimo se il grilletto non è volontariamente premuto. La seconda ragione di uno sparo accidentale in caso di caduta, è che l’arma possa picchiare con la volata e il percussore tenda ad avanzare per inerzia, colpendo l’innesco della cartuccia anche senza l’urto del cane. Anche in questo caso, se è presente la sicura automatica al percussore, lo sparo non può verificarsi in alcun modo. In tutti gli altri casi, ovviamente vale sempre il medesimo consiglio: il colpo in canna va messo solo quando l’impiego dell’arma è imminente, in tutti gli altri casi la camera deve restare vuota. Buona norma è, anche, tutte le volte in cui l’arma dovesse disgraziatamente cadere a terra o subire un forte urto, di smontarla ed esaminarla per controllare e confermare che tutto sia a posto e non si siano verificati guasti o rotture.