Le associazioni cattoliche e anti-armi presentano un esposto al garante per l'infanzia e l'adolescenza, per l'accesso dei bambini a Hit show. Motivazioni a dir poco surreali…
Non si placano gli attacchi da parte delle associazioni cattoliche e disarmiste nei confronti della fiera Hit show di Vicenza, appena conclusasi. In particolare, nel mirino (è il caso di dirlo) continua a essere la presenza dei minori alla manifestazione. Come avevamo scritto alcuni giorni prima della kermesse, l’organizzazione fieristica aveva previsto che i minori potessero avere accesso alla manifestazione, facendo firmare una apposita dichiarazione di responsabilità ai tutori, a patto che non toccassero le armi esposte. Per facilitare l’opera di verifica e controllo da parte del personale della fiera, era stato prescritto di far indossare loro una specifica maglietta.
Evidentemente tanto non è bastato ai benpensanti, i quali hanno inviato un esposto al garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza e a quelli delle regioni Veneto (luogo di svolgimento della fiera) ed Emilia Romagna (luogo di “residenza” della società organizzatrice) con “la richiesta di effettuare gli opportuni accertamenti per valutare eventuali situazioni lesive dello sviluppo psichico o morale dei minori”. Secondo le associazioni firmatarie, infatti, “quello che la delegazione ha visto è stata una esposizione indistinta di armi di tutti i tipi, senza differenziazione tra le diverse tipologie di utilizzo, come se fossero tutte uguali: fucili da caccia grossa e armi per tiro sportivo, pistole da difesa personale e “armi” da Soft air, fucili a pompa per corpi di polizia e repliche di armi antiche, snipers per tiratori scelti e armi giocattolo, semiautomatici per forze speciali e armi da guerra “da collezione”. Molti i bambini attratti e incuriositi da tutte queste armi, trattate alla stregua di giocattoli, come documentano le numerose foto scattate”.
Alla fin fine, se ci è consentito un commento, sembra che i più “normali” in questa vicenda siano proprio i bambini, i quali come tutti i bambini normali sono, sì, incuriositi da ciò che vedono, come quando vanno in un museo e vedono un aereo da guerra, un carro armato o la riproduzione della bomba atomica e così via. Non si capisce quale “turbamento” psichico dovrebbe rappresentare per le loro giovani menti vedere e magari, mamma mia, persino toccare un’arma, rispetto a tutta la spazzatura che li costringiamo a vedere in televisione (anche in fascia protetta), nell’apparente indifferenza generale. Ormai persino i telegiornali sono diventati una macchina promozionale del trash e di allusioni sessuali e sessiste, ma non ci risulta che questo scadimento apparentemente inarrestabile abbia suscitato altrettante proteste dai medesimi benpensanti.
Le associazioni si lanciano ancora più in là, asserendo che “La convinzione che in mancanza di un preciso codice di autoregolamentazione la fiera Hit show si configuri come un’operazione di tipo ideologico per promuovere la diffusione delle armi e sostenere le politiche che la facilitano, sembra fondata. Rafforza questa valutazione la visita a Hit show del ministro degli Interni che, imbracciando armi da fuoco, ha annunciato che la nuova legge sulla legittima difesa sarà approvata a marzo”.