Il Comitato nazionale caccia e natura ha diffuso un comunicato, con il quale evidenzia la correttezza scientifica, tecnica e legale delle procedure con le quali si è giunti al piano faunistico che prevede la gestione del muflone sull’isola del Giglio, in risposta alle posizioni animaliste sempre più oltranziste, che sarebbero giunte anche fino a minacciare i cacciatori.
“In merito alla discussione in corso sulla gestione dei mufloni all’Isola del Giglio, e in particolare alle posizioni portate avanti da alcune associazioni animaliste estremiate e radicali che ignorano la scienza, Cncn – Comitato Nazionale Caccia e Natura intende precisare quanto segue. L’attività venatoria legata alla gestione della specie in questione è condotta nel pieno rispetto della legalità e delle disposizioni date dalle autorità regionali, attraverso un piano di prelievo sul muflone approvato per il periodo 2022-2023, in seguito a una attenta analisi scientifica condotta dall’Ispra, istituto scientifico di natura pubblica competente in materia, che ha rilasciato parere favorevole, oltretutto considerando l’isola del Giglio area non vocata e problematica. Riteniamo dunque inaccettabili le minacce e le intimidazioni pervenute ai cacciatori del territorio dalle associazioni animaliste per lo svolgimento di una attività, che è pienamente lecita, e invitiamo le stesse a prendere atto dell’esistenza di evidenze scientifiche e di disposizioni di legge che è fuori luogo tentare di sovvertire. Il Comitato nazionale caccia è natura è altresì a disposizione del territorio per favorire il dialogo su questo tema, stigmatizzando le minacce e pressioni sulle istituzioni di parte del mondo animalista e tenendo sempre presente come primo obiettivo la tutela dell’ecosistema ambientale e della biodiversità, che dovrebbe essere priorità di tutti”.
Dello stesso tenore è il comunicato giunto da Federcaccia, che ha evidenziato le parole di Piero Genovesi, responsabile fauna di Ispra e project manager del
Life Asap, progetto europeo per fermare le specie aliene e invasive a tutela della
biodiversità: “Tutte le evidenze scientifiche confermano che i
mufloni sono tra le specie aliene invasive che causano impatti rilevanti agli habitat naturali e gli effetti sono particolarmente severi nelle isole, ecosistemi estremamente fragili e
vulnerabili. Dalle Hawaii alle Canarie, ovunque questo ungulato è stato introdotto gli effetti
sulla biodiversità sono severi, sia per l’attività di alimentazione sia per il calpestio. Almeno
50 specie di piante nel mondo sono minacciate da questa specie e in una recente analisi
globale degli impatti degli ungulati alloctoni, il muflone è risultato la specie con i più gravi
effetti negativi”.
“Per quanto riguarda poi le minacce animaliste di denunciare i cacciatori che procedessero al prelievo dei mufloni sull’Isola del Giglio”, prosegue il comunicato Federcaccia, “possiamo ribadire che sono prive di qualsiasi contenuto e sostanza essendo rivolte a soggetti autorizzati e a una attività prevista dalle norme regionali e statali. E se tali minacce possano configurare rilievi di natura penale lo lasciamo ai nostri legali, Federcaccia agirà di conseguenza!”.