Anche le guardie giurate in prima linea contro il covid-19, la lettera di Leonardo Cea
La situazione è critica, la sanità è al collasso e un sentito ringraziamento a tutti medici e al personale del settore sanità è doveroso, ma non possiamo lasciare in disparte chi, anche non in prima linea come loro, si ritrova però sul fronte a combattere una guerra senza armi: gli autotrasportatori, i commessi, le cassiere dei supermercati, il personale delle pulizie e tutte quelle attività che hanno un contatto diretto con le persone.
Tra queste categorie ci sono anche le oltre 50 mila guardie giurate che tutti i giorni, nonostante questa difficile situazione, continuano il proprio lavoro di sicurezza e vigilanza negli ospedali, nei supermercati, negli aeroporti, trasportano denaro e coordinano situazioni ormai al limite della realtà, ma ci siamo per dare e garantire la sicurezza ai cittadini, giorno e notte.
Le situazioni lavorative non sono delle migliori, anche nel nostro settore come in tanti altri stanno finendo i dispositivi di protezione individuale e il rischio di contagio è elevato anche per noi: le guardie si ritrovano in tre su un furgone blindato a pochi centimetri le une dalle altre, si ritrovano a far servizi di 12 ore negli ospedali, nei supermercati, negli aeroporti.
Il dpcm dell’11 marzo 2020 ha portato la chiusura di numerose aziende andando così a creare un incremento del servizio e una conseguente esposizione al rischio salute per tutti i dipendenti del servizio armato e dei servizi fiduciari. Le aziende si stanno adoperando per fornire mascherine, guanti, disinfettante per sanificare i mezzi, per mettere divisori sui blindati tra autista, capomacchina e scorta, ma la paura rimane, adesso doppia rispetto a prima, anzi forse si ha più paura del contagio che di un assalto.
Per chi come me è sul campo da venti anni o più questo non è un lavoro, è una missione e oggi noi non possiamo negare la nostra presenza al fianco di chi è in prima linea, abbiamo combattuto fino a pochi mesi fa per un contratto collettivo nazionale scaduto ormai da 4 anni, per una situazione lavorativa che ci ha sempre messo in condizioni non ottimali una situazione che spinge a cambiare lavoro perché conviene più fare il commesso o l’operaio che la guardia giurata. Chi ha scelto di rimanere sappiamo che oggi si trova ad affrontare questa difficile situazione dando importanza secondaria alle problematiche del settore.
L’augurio che ci facciamo è che tutto questo passi presto, il prima possibile e potremo dire che c’eravamo anche noi. Per poi tornare a lottare per il rinnovo del contratto e per quelle problematiche che fino a qualche settimana fa erano macigni immensi e che oggi invece rappresentano piccole pietre. Un sentito ringraziamento, infine, a tutti i colleghi che con senso del dovere e professionalità ogni giorno e ogni notte prendono servizio. Noi no, non restiamo a casa, non possiamo, non vogliamo.
Leonardo Cea (www.guardieinformate.net)