Il dibattito sulle armi e sui mass shooting, negli Stati Uniti, si polarizza anche e soprattutto in merito all’idea di armare, o non armare, insegnanti e personale scolastico per consentire una pronta reazione nell’eventualità di un attentato. Proprio come è accaduto poche settimane fa nella scuola elementare di Uvalde, in Texas, dove un 18enne armato si è barricato in due aule della scuola elementare e ha ucciso 19 bambini e 2 adulti, prima di essere ucciso dalla polizia dopo ben 90 minuti (e relative polemiche).
L’Ohio è il primo Stato a prendere provvedimenti all’indomani della strage di Uvalde, approvando una legge che semplifica le procedure previste per l’armamento degli insegnanti e del personale scolastico.
In realtà lo Stato già prevedeva la possibilità per i docenti di essere legalmente armati nelle scuole, ma la norma non aveva in pratica trovato applicazione perché una sentenza della Corte suprema dello Stato, emanata nel 2021, prevedeva che i soggetti dovessero portare a termine un training obbligatorio di 700 ore, cioè il medesimo previsto per i cadetti della scuola di polizia. Con la nuova legge, l’addestramento previsto per i docenti è passato da 700 a sole 24 ore. Nel firmare il provvedimento, il governatore dello Stato, Mike DeWine, ha sottolineato che la decisione di armare gli insegnanti e il personale scolastico continuerà a essere appannaggio del consiglio scolastico. Al momento, sono ventotto gli Stati dell’Unione ad avere leggi che consentono, con varie modalità, di armare personale diverso dagli agenti di sicurezza nelle scuole e nove di questi Stati hanno normative che esplicitamente prevedono l’armamento di personale scolastico. L’idea di armare gli insegnanti, tuttavia, secondo un recente sondaggio incontra una vasta maggioranza di contrari proprio tra i docenti.