Le Olimpiadi di Parigi cominciano ufficialmente questa sera alle 19,30 con una grande cerimonia lungo la Senna. Il programma prevede, poi, lo svolgimento in larga parte nel centro della città, vicino ad attrazioni che normalmente attirano milioni di turisti, come la Tour Eiffel e Place de la Concorde, a differenza per esempio di quanto accadde a Londra nel 2012, occasione in cui l’evento si svolse per lo più in aree periferiche. Parigi, invece, si è impegnata in una difficilissima gestione della sicurezza sia dell’evento sia della città.
Quali le minacce? Di tutto e di più
Di certo l’occasione è ghiotta per chiunque voglia colpire il mondo occidentale, con tutto quanto rappresenta, e per di più in un momento storico nel quale si stanno ridisegnando gli equilibri geopolitici che hanno retto il mondo negli ultimi decenni: espansione Nato alle porte di Mosca e guerra per procura in Ucraina; espansione di Israele, che a più riprese non perde occasione di tentare di governare “dal fiume d’Egitto al grande fiume, l’Eufrate” (Gen. 15:18) in un medio oriente tutto in generale ebollizione fino ad arrivare, ovviamente, alla corsa alle risorse con meno eco mediatica ma più radicale, quella che riguarda la polveriera d’Africa e tutti minerali di cui la società tecnologica si nutre a tonnellate, tra informatica, mobilità “green” (?) e mille altri mercati. Proprio in Africa, tra l’altro, prosegue senza sosta la diffusione a macchia d’olio di un Islam radicale che, tra gli altri player, rappresenta una seria minaccia per eventi quali quello olimpico.
Il rischio terrorismo
La Francia è sempre stata uno dei target preferenziali dei numerosi e gravi attentati jihadisti dell’ultimo decennio e le Olimpiadi sono occasione ghiottissima.
Non a caso i servizi di sicurezza da mesi cercano di orientarsi nell’odissea di ambienti e individui che, con caratteristiche e provenienze diversissime tra loro, popolano il mondo del terrorismo jihadista, molte volte legati solo dal web od operanti principalmente nel web. E hanno finalizzato una lunga serie di espulsioni e arresti preventivi, soprattutto di giovanissimi (il 25% minorenni) intenti a preparare e/o annunciare attacchi a obiettivi più disparati: dalla cerimonia inaugurale a uno stadio.
Dunque potenziali attentatori solitari auto-radicalizzati, ma anche combattenti esperti del jihad, come tali in grado di pianificare attacchi decisamente più strutturati e di approvvigionarsi con maggiore facilità di materiali come armi ed esplosivi.
Non solo jihad
Ovviamente non solo jihad nella mappa delle minacce per Parigi 2024. Le tensioni internazionali che abbiamo citato rendono sospettabili a tavolino anche gli apparati russi, ma anche iraniani e chi più ne ha più ne metta. E poi, oltre ai player “istituzionali”, esiste la sterminata galassia di ambientalisti ed eversivi di ogni area e colore.
Insomma una dura sfida per investigatori e intelligence, che fanno di tutto per massimizzare il loro tipico scopo preventivo, sicurezza fisica e sicurezza informatica.
Sotto il punto di vista della sicurezza fisica, Parigi risulta blindata. Fermate metro della zona centrale chiuse del tutto e centro presidiato da 44mila barriere metalliche lungo strade e marciapiedi, a tracciare percorsi obbligati per auto e pedoni e a isolare dal traffico auto le aree interessate, divise in “zona grigia” e “zona rossa”, per accedere alle quale pedoni e ciclisti devono richiedere in anticipo un Qr code.
Ovviamente fattore umano, con la presenza di una media di 30mila agenti di polizia (45mila per la cerimonia d’apertura), oltre a 20mila guardie di sicurezza private e 10mila operatori delle forze armate.
Insomma, ogni contromisura utile a prevenire e, nel caso, gestire con meno impatto possibile azioni strutturate.
Eppure, come la storia recente dimostra, il singolo assalitore/attentatore è virtualmente impossibile da intercettare: non resta altro che inserirlo nel “rischio residuo accettato” che ogni gestore della security deve per forza considerare.
Intanto, le prime competizioni hanno interessato il calcio, con Marocco-Argentina sospesa quasi 2 ore per invasione di campo e lunghi fischi all’inno israeliano in occasione di Israele-Mali, proprio a Parigi.
Protezione cyber
Quanto alla sicurezza informatica, la Francia proprio in vista dei giochi olimpici lo scorso anno ha approvato una legge speciale, che ha permesso una forma di sorveglianza, seppure giudicata moderata, a fini di sicurezza. Niente riconoscimento facciale per le telecamere, ma solo un loro utilizzo per intercettare modelli comportamentali ritenuti sospetti. Si tratta di telecamere “augmented”, in grado di analizzare immagini per riconoscere oggetti, comportamenti o eventi ritenuti potenzialmente indicatori di minaccia, come la presenza di oggetti abbandonati, la presenza o uso di armi, l’incapacità di una persona o di un veicolo di seguire la direzione normale del traffico, l’attraversamento o presenza di una persona o di un veicolo in un’area vietata, la presenza di una persona a terra dopo una caduta, un movimento della folla, una densità di persone troppo elevata, l’inizio di incendio e così via.
Certo, in questo momento la promessa della Cnil (l’autorità garante per la privacy francese) è di consentire l’utilizzo di queste tecnologie solo in occasioni di grandi eventi, nelle loro prossimità e sui mezzi di trasporto che portano a questi eventi. Altrettanto certo, però, è che i Giochi rappresenteranno una sorta di fase sperimentale, cui farà seguito l’utilizzo in occasione di altri eventi sportivi, concerti e grandi eventi in genere.
La sensazione è che ogni occasione sia proficua per implementare quelli che, a tutti gli effetti, sono invasivi strumenti di controllo della popolazione e la finalità di sicurezza è certamente un veicolo inattaccabile. Certo, la security beneficia e si alimenta sempre più di queste tecnologie, ma il monito è sempre quello: attenzione a che lo strumento sia adeguato allo scopo, perché ogni medicina che venga somministrata in sovradosaggio diventa un veleno…
È comunque indubbio che, ormai, l’impiego delle nuove tecnologie riguarda la protezione di ogni infrastruttura che si possa immaginare, dalle comunicazioni ai trasporti. E proprio i trasporti hanno registrato i primi attacchi, che hanno però avuto forma assolutamente tradizionale.
Attacco all’alta velocità ferroviaria
Proprio i trasporti, infatti, sono stati poche ore fa il primo target di un attacco alla linee ferroviarie dell’alta velocità, tramite numerosi e simultanei incendi dolosi: veri e propri sabotaggi che hanno paralizzato 3 linee su 4 del Tgv Atlantico, Nord ed Est. Il traffico dei treni ne risulta ancora notevolmente disturbato e pare si stia seguendo la pista dell’eversione ecologista.
Intanto, nelle stesse ore, l’aeroporto di Basilea, in prossimità del confine franco-svizzero, è stato evacuato per motivi di sicurezza.
Certo, la Francia ha dimostrato coraggio misto ad arroganza nel decidere di ospitare i Giochi e ancor più di celebrarne l’apertura in pieno centro. Gli storici motivi di avversione che molti soggetti possono avere nei suoi confronti e l’atteggiamento che tuttora dimostra nella gestione della politica internazionale di certo non contribuiscono a diminuire la probabilità di compimento di atti anche gravi.
Comunque sia, non dormiamo sonni troppo tranquilli che, dal canto nostro, la storica simpatia e ambiguità tutte italiche, che hanno contribuito sinora a tenerci lontani dai riflettori, sono ormai storia antica.