Ancora una volta il Tar di Trento ha dimostrato la propria fulminea efficienza: quando si tratta di orsi, le azioni si compiono nel volgere di minuti, neanche di giorni. E poi ci si lamenta che in Italia non va bene nulla. Infatti ha prontamente bloccato l’ordinanza, di cui avevamo dato notizia, riguardante la decisione dell’abbattimento dell’orsa (all’epoca ancora non identificata) responsabile dell’attacco al turista francese. Il presidente della provincia Fugatti ha dichiarato il proprio stupore, ricordando che la sua figura di governatore ha per primo compito “…la sicurezza dei Trentini, convinti che la vita di un uomo valga più di quella di ogni animale”. Oltre ad aver ricordato ai più che l’articolo 52 dello Statuto di Autonomia gli conferisce “il ruolo di garante nella gestione degli orsi”. Nel frattempo, tuttavia, l’analisi delle tracce biologiche ha consentito l’identificazione dell’orsa, si tratta dell’esemplare Kj1, quindi Fugatti ha reiterato l’ordinanza, specificando l’identità del plantigrado da abbattere. Ovviamente gli animalisti hanno già annunciato ricorso.
Fugatti ha inoltre ricordato che “abbiamo esplorato tutte le strade…nessuno si è dichiarato disponibile ad accogliere i nostri orsi”. Non considerando giustamente la proposta del famoso zoo dei castrati rumeno, tanto sbandierato dagli animalisti. Che vogliono prima gli animali liberi anche quando uccidono, ma poi sono favorevoli a rinchiuderli per sempre dentro un recinto assieme ad altri 100 sedati e sterilizzati. Anche l’Assessore competente Roberto Failoni ha ricordato tutte le azioni messe in campo dall’amministrazione: “Sono presenti sul territorio 4 trappole a tubo per la cattura degli orsi confidenti…abbiamo assunto 27 nuovi forestali che presidiano i boschi notte e giorno…abbiamo posizionato nuovi cartelli che danno la possibilità a chi arriva di sapere con esattezza come comportarsi”. Cosa che ha fatto, dichiarandolo, il turista francese prima di entrare sui sentieri. Ma le associazioni non danno tregua. I provvedimenti da prendere per salvare capra e cavoli sono solo, e soltanto, quelli che dicono loro. E basta. È il caso di ricordare che le suddette associazioni non hanno alcuna valenza scientifica, gestionale e decisionale. E che tutto questo è demandato invece solo e soltanto a chi amministra. Perché eletto dal popolo, e ne è il primo responsabile di fronte alla legge. Infatti mai nessuno di questi club animalisti ha ricevuto una denuncia o un provvedimento di responsabilità di fronte a fatti inerenti gli orsi. Sempre Failoni infine ha dichiarato che “…continueremo a richiedere di estendere l’utilizzo dello spray antiorso”. Anche se siamo stati i primi nel tempo a dichiararne l’utilità, riconosciamo che l’utilizzo pratico non è da tutti, specialmente se si è sotto stress per un’aggressione.
A tal proposito, è utile leggere il racconto del biker inseguito in località Ciago il giorno dopo rispetto al turista francese. Sarebbe comunque da considerare di legittimare il porto dello spray nelle zone interessate almeno a lavoratori e cittadini di comprovata affidabilità documentabile dalla fedina penale. Quindi chi lavora in montagna, sempre o saltuariamente, forze dell’ordine tutte, guide alpine e soccorso, cacciatori e raccoglitori vari autorizzati. Magari dopo un breve corso sull’uso pratico dello stesso.