Franco Tozzi, sindaco del comune di Marano Equo, paese sulla via Tiburtina distante circa 50 km dalla capitale, ha emanato oggi un avviso alla popolazione del comune perché presti attenzione alla presenza di un esemplare di orso marsicano. La cosa è balzata alla cronaca essendo stati devastati alcuni impianti apiari con presenza di escrementi e impronte del plantigrado. Il sindaco raccomanda prudenza nei movimenti fuori dall’abitato, avverte che sono state allertate le forze dell’ordine di zona e i responsabili del Parco regionale dei Simbruini, i quali sembra stiano monitorando la sua eventuale presenza e movimenti. Presso gli uffici comunali sono disponibili le domande per l’uso in comodato di recinzioni elettriche per salvaguardare e difendere colture e allevamenti di ovini e simili.
Sicuramente la presenza dell’orso in zone adiacenti al Parco è un episodio non comune, ma già constatato in occasioni remote. Abbiamo avuto modo di vedere le foto delle impronte ma, non essendoci riferimenti dimensionali, potrebbero essere confuse con quelle di altre specie. Per quello che abbiamo potuto vedere si tratterebbe di un esemplare giovane. Non dimentichiamo che questo periodo di inizio primavera è quello in cui gli orsi escono da un eventuale letargo. E la fame da placare, dovuta al lungo digiuno, può portare a volte un giovane esemplare a vagare più del dovuto. Ma è altrettanto logico che se nei vicini Parchi nazionale D’Abruzzo e dei Simbruini gli orsi si riproducono, è normale e positivo che poi si irradino sui territori adiacenti. Questo non dovrebbe portare all’immediato allarme o battaglie sul tema orso-sì, orso-no. Ma soltanto a prenderne atto e ad attuare una conoscenza e coscienza diversa tra le popolazioni interessate e a una presa di responsabilità da parte delle autorità. Che sicuramente non devono lanciare, pressate dai gruppi animalisti oltranzisti, crociate per chiusure di attività quali caccia, pesca, raccolta di funghi, tartufi, legna eccetera, ma solo educare e far comprendere la ricchezza del territorio che da deserto faunistico, in epoche anche recenti, è diventato al contrario ambiente normale per cinghiali, cervi, caprioli, lupi e adesso anche qualche orso.