Il mese di marzo ha visto una importante ri-accelerazione negli acquisti di armi e munizioni da parte dei cittadini statunitensi: secondo l’Fbi, le richieste di Background check (la verifica preliminare sui requisiti per chi acquista in armeria, da sempre considerata un termometro sul fenomeno delle vendite) sono state di circa 4,7 milioni, con un aumento del 36 per cento rispetto al mese di febbraio (in flessione rispetto a gennaio con 3,4 milioni di Background check, contro i 4,3 del primo mese dell’anno). Secondo il portavoce dell’Nssf, Mark Oliva, questi numeri rendono il mese di marzo 2021 il secondo mai registrato, riguardo alle vendite di armi da fuoco: un altro elemento grandemente significativo è che oltre 2 milioni di Background check hanno riguardato cittadini che non avevano mai acquistato prima armi da fuoco. È interessante notare anche che i dati del marzo 2021 hanno quasi raddoppiato quelli, già considerati “esplosivi”, del marzo 2020, allorché aveva iniziato la crescita esponenziale di richieste di armi a causa dei timori per la pandemia (e relativi disordini sociali), con 2,3 milioni di Background check. Secondo Oliva, la corsa all’armamento selvaggio è determinata dai disegni di legge restrittivi che sono attualmente in attesa di approvazione da parte del Senato, che secondo la cittadinanza potrebbero subire una accelerazione in conseguenza delle pressioni politiche scaturite all’indomani dell’ennesimo mass shooting (a Boulder, in Colorado). Sta di fatto, tuttavia, che in Senato il numero dei senatori dem non è sufficiente a raggiungere la maggioranza richiesta per l’approvazione (di 60 senatori, contro i 50 dem presenti su 100).