Pd: il ddl Orsi è irricevibile
“Un disegno di legge pericoloso, che propone una caccia senza limitazioni e senza controllo e che mina nelle fondamenta la legge 157”. È questo il commento di Susanna Cenni, responsabile caccia e fauna del governo ombra del Pd, al disegno di modifica della legge 157, presentato in Commissione ambiente al Senato dal relatore di maggioranza Franco Orsi (Pdl). “In materia di caccia il Popolo della Libertà comincia nel peggiore dei modi, presentando un testo dal linguaggi…
“Un disegno di legge pericoloso, che propone una caccia senza limitazioni e
senza controllo e che mina nelle fondamenta la legge 157”. È questo il commento
di Susanna Cenni, responsabile caccia e fauna del governo ombra del Pd, al
disegno di modifica della legge 157, presentato in Commissione ambiente al
Senato dal relatore di maggioranza Franco Orsi (Pdl). “In materia di caccia il
Popolo della Libertà comincia nel peggiore dei modi, presentando un testo dal
linguaggio antieuropeo ed antifederalista, che parla solo al fondamentalismo
venatorio, ma non al Paese e al mondo della caccia responsabile”.
“La lista delle ‘assurdità”, continua la deputata Pd, “contenute nel disegno di
legge è davvero lunga: si comincia dalla scomparsa dell’interesse della
comunità nazionale nella tutela della fauna, che discende direttamente dalla
Costituzione, e che rischia di andare a complicare ulteriormente i rapporti di
competenza tra Stato e Regioni. Troviamo antistorico e privo di buon senso dare
la possibilità di iniziare a sparare a partire dai 16 anni; liberalizzare
totalmente i richiami vivi; punire le Regioni che eccedono il 30% di territorio
protetto e non quelle che sono ancora sotto il 20%; far sparire le specie
“superprotette” e togliere, dopo la già avvenuta soppressione dell’Infs ad
opera governo, all’Ispra il ruolo di organo scientifico e tecnico di ricerca e
consulenza per lo Stato, le Regioni e le Province autonome, senza che tale
compito sia riassegnato. La lista purtroppo potrebbe continuare a lungo”.
“Nelle scorse settimane il Partito democratico ha esplicitato con chiarezza
durante un seminario la propria posizione: no all’abbattimento dei principi che
hanno tenuto assieme prelievo e tutela. Per riaffermare questa idea ci
batteremo con forza in Parlamento e nel Paese. Mentre l’Italia comincia a
sentire gli effetti della grave crisi economica e finanziaria che sta
attanagliando il mondo, il Pdl, ritiene che la priorità sia impegnare il
Parlamento su proposte di questa natura. Proposte che non solo non aiuteranno a
favorire una forma responsabile di caccia, ma porranno le basi per un modello
medievale di caccia esclusiva, che ignora le regole e i principi di tutela, e,
soprattutto, contribuiranno a produrre un ulteriore baratro tra la sensibilità
della società italiana e l’esercizio venatorio. Oggi sono altre le priorità da
affrontare, a partire dalla sofferenza del mondo agricolo per i danni causati
dagli ungulati, dalla necessità di un rapporto più trasparente tra Stato e
Regioni e da una più stretta relazione tra scienza e programmazione venatoria.
Su questi punti, tra l’altro, è stato già avviato un lavoro di ascolto in
Commissione agricoltura della Camera che potrebbe produrre proposte importanti
e magari unitarie”.
Le fa eco Roberto Della Seta, capogruppo del Pd in Commissione Ambiente al
senato: “La proposta del senatore del Pdl Orsi, relatore nel comitato ristretto
della Commissione Ambiente chiamato a definire un testo condiviso di
aggiornamento della Legge 157 sulla tutela della fauna e la regolamentazione
dell’attività venatoria, è una “controriforma” e dunque irricevibile”.
La risposta del relatore Franco Orsi non si è fatta attendere: “‘In questi nove
mesi sono state presentate dieci proposte sulla riforma della 157, mentre il Pd
non ha ritenuto di fare nessuna proposta, salvo quella della senatrice Poretti
che prevede l’abrogazione dell’artciolo 842 del codice civile e quindi
l’abolizione della caccia in Italia. Come relatore ho presentato alla
commissione un testo unificato delle proposte presentate e confermo la massima
apertura verso tutti per ipotesi migliorative ed emendative. In realtà il Pd si
è dimostrato incapace di trovare una sintesi al proprio interno, e quindi
costretto a rifiutare il confronto nel merito, a differenza dell’atteggiamento
costruttivo che su questa materia ha dimostrato invece l’Italia dei valori. Il
Pd utilizza argomenti inconsistenti e che non trovano riscontro al testo
presentato, facendo copia e incolla dei comunicati dei Verdi e
dell’ambientalismo radicale. Auspico che all’interno del Pd decida di occuparsi
di caccia qualcun altro oltre a Della Seta, magari i parlamentari provenienti
dalle regioni amministrate storicamente dal centrosinistra, che da sempre hanno
auspicato una revisione della normativa sulla caccia che prenda atto dei
problemi ormai insostenibili dei danni alle produzioni agricole e dei
riequilibri ambientali derivanti dall’incontrollato proliferare di alcune
specie, come il cinghiale e gli ungulati”.
Anche dal punto di vista dei cacciatori, sono state espresse critiche al ddl.
Questo è il comunicato diffuso dall’Anuu migratoristi: “Non si può certo
nascondere la delusione della nostra Associazione per quanto abbiamo letto.
Appare chiaro che tale testo è stato improntato alla volontà di non scontentare
nessuno grazie al classico alternarsi di colpi al cerchio e alla botte,
sennonché il risultato finale è stato esattamente il contrario: tutti
scontenti! A parte alcune modifiche sufficientemente significative (come l’
abolizione dell’opzione fissa di caccia), niente di buono è proposto sulla
mobilità alla migratoria né tantomeno sull’art. 18, né ancora si è visto un
soddisfacente articolato sul controllo della fauna selvatica, sulla definizione
degli Atc e dei criteri d’accesso, sull’eliminazione di molti pareri totalmente
inutili o superflui che Regioni e Province oggi devono richiedere all’ISPRA.
Fatte le dovute critiche, bisogna però anche ribadire che questo è il primo
passo – pur se parzialmente falso – di un cammino ancora lungo. Noi continuiamo
a confidare nella serenità dell’iter legislativo nel non facile compito di
affrontare il problema. Così come vorremmo confidare nel massimo senso di
responsabilità di tutte le forze politiche, perché ce ne sarà inevitabilmente
bisogno. Rinnoviamo quindi la fiducia al relatore, invitandolo a tenere in
maggiore considerazione le proposte delle associazioni venatorie, alcune delle
quali, la scorsa estate, hanno lavorato gomito a gomito con l’appoggio di
moltissimi cacciatori in tutta Italia. Rimbocchiamoci le maniche e avanti
tutta!”.
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