Anche in questo caso si tratta di una pistola per la quale non si prevede la commercializzazione sul mercato civile: sarà, infatti, fornita in esclusiva (almeno per ora) alla polizia di frontiera statunitense (Us customs and border protection), che ha firmato un contratto del rispettabilissimo valore di 85 milioni di dollari, della durata di 10 anni. Il contratto prevede, in realtà, la fornitura di tre modelli: la subcompact G26 Gen5 (con modifiche), la compatta G19 Gen5 Mos (con modifiche) e, appunto, la G47, che ha la medesima lunghezza di canna e dimensione del fusto della Glock 17 Gen 5, ma con dust cover più corto, fresature di presa sul carrello anteriori e posteriori (che saranno applicate anche su G26 e G19 Mos) e altre differenze. Anche in questo caso il carrello è in configurazione Mos, quindi con piastrina superiore per il montaggio di eventuali Micro dot. I caricatori sono compatibili con le pistole G17, G19X, G34 e G45, ma quelli del contratto sono dotati di un fondello maggiorato, più sporgente nella parte anteriore per una eventuale estrazione di emergenza in caso di mancata caduta per sporcizia o altri eventi imprevedibili. L’arma presenta le caratteristiche tipiche della Gen 5, a partire dalla scampanatura della base dell’impugnatura. La novità più rilevante è, però, rappresentata dal fatto che una agenzia federale statunitense, per la prima volta, abbia adottato due modelli di pistola (uno dei quali compatto) predisposti per il montaggio di un micro dot che, a questo punto, è lecito prevedere che sarà a sua volta adottato e distribuito.
Le nuove Glock vanno a sostituire nella Us customs and border protection le H&K P2000, adottate una quindicina di anni fa in .40 S&W: quindi l’ulteriore novità è rappresentata dal passaggio di calibro, ormai tradizionale per questa agenzia (prima delle P2000 c’era in servizio la Beretta 96, sempre in .40), che d’ora innanzi sarà il 9×19 mm.
