Approvate le restrizioni sull’impiego del piombo nelle zone umide: Anpam sottolinea che il documento “nonostante le revisioni, conserva ancora numerose criticità”
Si è svolta a Bruxelles la discussione e la votazione da parte del comitato Reach sulla quarta revisione della restrizione sull’uso del piombo nei pallini utilizzati nelle zone umide proposta dalla Commissione europea. A seguito di una lunga discussione che ha coinvolto le delegazioni nazionali che siedono nel Comitato, la maggioranza qualificata ha votato a favore dell’adozione della restrizione proposta, ai sensi del Regolamento Reach.
Anpam, l’Associazione nazionale che riunisce i produttori di armi e munizioni sportive e civili, ha diffuso un comunicato nel quale “constata che si tratta di una proposta contenente ancora, nonostante le numerose revisioni, importanti criticità, che rischiano di danneggiare immotivatamente il settore venatorio europeo”.
Tra le criticità segnalate, “la definizione di “Zona Umida” proposta è molto ampia e riprende in toto quella contenuta nella Convenzione di Ramsar, cosa che potrebbe causare difficoltà nell’identificazione delle stesse; le zone umide interessate da questa definizione, infatti, comprendono tutte le aree con acqua, visibile o meno (comprese le torbiere secche, per esempio) e qualsiasi area temporaneamente coperta da acqua, indipendentemente dalle sue dimensioni; il testo fissa in 100 metri di distanza dalla zona umida lo spazio cuscinetto sul quale proibire l’utilizzo del piombo nelle munizioni. Ciò potrebbe avere ricadute negative per esempio per i campi di tiro che si trovano in vicinanza delle zone umide; infine, propone di vietare il “possesso” di munizioni a base di piombo durante la caccia nelle zone umide, in generale e anche ai cacciatori che attraversano le zone umide con il fucile scarico. Inoltre, ciò potrebbe creare problemi circa l’attraversamento delle zone umide (e dei 100 metri di zone cuscinetto circostanti) da parte degli utilizzatori che si devono recare in altre zone di caccia”.
Anpam ha ricordato che “assieme alle federazioni e associazioni europee di cacciatori e produttori di armi e munizioni (Face, Afems e Ieacs), Anpam e le altre associazioni nazionali sono state in prima linea nella messa in campo di specifiche iniziative che evidenziassero ai Paesi membri le criticità del testo nella sua interezza e nella futura trasposizione a livello nazionale. Per esempio, le associazioni, negli ultimi mesi, hanno organizzato webinar dedicati alla discussione e al chiarimento delle criticità sopra esposte, favorendo numerosi momenti di confronto in merito con tutti gli stakeholder coinvolti nei singoli Stati membri. Un particolare ringraziamento va alle associazioni venatorie riunite nella Cabina di regia unitaria e le associazioni di tiro e utilizzatori, per il supporto nelle varie azioni di sensibilizzazioni perpetrate negli ultimi mesi nei confronti dei dicasteri competenti al livello nazionale”.
Il presidente dell’associazione, Stefano Fiocchi, ha sottolineato che “Anpam continuerà a monitorare il passaggio della proposta all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio, che avranno tre mesi per esaminare il testo e poterlo approvare o rifiutare. Al termine di questi tre mesi e, qualora nessuna delle due istituzioni europee voterà contrariamente all’approvazione del testo, Anpam sarà impegnata a seguire la trasposizione a livello nazionale, insieme alle associazioni e federazioni con cui collabora”.