Il frontman degli Eagles of death metal, sopravvissuto alla strage del Bataclan, non usa mezzi termini per commentare la protesta studentesca anti-armi negli Usa. Cosa ha detto?
Le proteste studentesche negli Stati Uniti contro la vendita “facile” di armi, specialmente dopo la strage di Parkland, hanno riscosso il consenso e il plauso di moltissimi artisti, tra i quali i cantanti Paul McCartney, Michael Stipe, Ariana Grande e Miley Cyrus. Una significativa voce fuori dal coro è, però, quella di Jesse Hughes, che di attentati se ne intende visto che è il frontman del gruppo musicale Eagles of death metal che si stava esibendo al teatro Bataclan di Parigi, in occasione della drammatica strage di matrice islamica nel 2015. “In quanto sopravvissuto a un attentato, posso dire che le proteste di questi giorni nelle scuole sono un insulto alla memoria dei ragazzi uccisi a Parkland”, ha affermato Hughes su Instagram, aggiungendo inoltre che "sono un insulto a me stesso e a tutti quelli che credono nella libertà". Hughes ha anche affermato che i sopravvissuti della strage nella scuola in Florida, "stanno sfruttando la morte di 16 studenti e loro compagni di classe per ricevere attenzioni e qualche like in più su Facebook", definendo inoltre la protesta “patetica e disgustosa”. In seguito alle proteste scatenate da queste affermazioni, Hughes ha cancellato questi post polemici poche ore dopo averli pubblicati.
Poche settimane dopo l’attentato al Bataclan, Hughes aveva attirato l’attenzione dei media con affermazioni molto forti sull’efficacia (o meglio la non efficacia) delle restrizioni in materia di armi: LEGGI QUI.