Ad aprile, dopo i fatti del tribunale di Milano, il presidente del consiglio, Matteo Renzi aveva dichiarato: «Quello che è accaduto ci chiama a un impegno contro la proliferazione delle armi e nella difesa delle strutture giudiziarie, per le quali bisogna immaginare il passaggio della sicurezza in carico allo Stato».
Questa sera, durante il discorso di chiusura della festa dell’unità di Milano, conferma: «Abbiamo pronta una legge, non passata ancora alla prima lettura alla camera, per rendere più difficile possedere armi da tenere in casa». Il timore è che si tratti del penalizzante, ingiusto e assurdo disegno di legge Amati-Granaiola.
Parla di migranti, di Expo, di Italia che riparte e di tasse, bacchetta la destra e Grillo, ma tranquillizza i suoi del pd, anche contro le fronde interne. E sulla sicurezza, contro la criminalità e il terrorismo, la ricetta è togliere le armi ai cittadini: così almeno stando alla dichiarazione del premier. D’altronde questo governo ci ha già provato, riuscendovi, con la legge cosiddetta “antiterrorismo” di quest’anno. Come se non bastasse la revisione che sta portando a rottamazione migliaia di armi. Ora Renzi ne vuole un’altra: una legge che renda difficile avere armi in casa. E se il sistema democratico solo prova a osteggiarlo, nei 30 mesi di tempo alla fine della legislatura, si può stare certi che il governo risponderà a colpi di maggioranza e fiducia.