“I cacciatori sono da sempre le vere sentinelle del territorio, sono coloro che monitorano le nostre campagne con attenzione, rispettando delle regole”. È quanto sostiene Maria Rosi, esponente del Pdl nel consiglio regionale dell’Umbria, criticando la presa di posizione contro la caccia del ministro Brambilla.
“Vorrei inoltre ricordare”, ha aggiunto, “che il fatturato annuo venatorio, su scala nazionale, raggiunge il miliardo e 39 mln di euro. Infatti i cacciatori spendono 176 mln di euro per le armi, 60,480 mln per cartucce e munizioni, 83 mln per buffetteria e abbigliamento, 72,750 mln per la cinofilia, 198 mln per le agenzie di viaggi venatori, 24,5 mln per la ristorazione, 59 mln per il carburante, 124,675 mln per tasse e concessioni governative, 48,240 mln di tasse regionali, 37,181 mln per il pagamento annuo Atc, 50,400 mln di assicurazione, 9,750 mln per spese mediche e veterinarie legate alla cinofilia, 3,960 mln per spese medico-legali per i rinnovi, 6,240 mln per i certificati medici rilasciati dai medici di famiglia, 5,623 mln di valori bollati per i rinnovi del porto d’arma, 23,200 mln dell’editoria venatoria, 17 mln in pubblicita’ venatoria e 25 mln sono gli introiti delle aziende agrituristiche venatorie“. “Consideriamo anche”, ha ribadito, “che la Regione Umbria è seconda solo alla Toscana per densità di cacciatori, e conta quasi 34mila appassionati, e che si stima dovrebbe produrre un fatturato di quasi 50 mln di euro”. “Insomma”, ha concluso, “in un momento di grande crisi, il turismo venatorio è il volano per rilanciare la nostra economia, per cui certe affermazioni, possono avere risvolti negativi. Quindi, caro ministro, occupiamoci di sviluppare il turismo in Italia anche agevolando il turismo di casa nostra, e lasciamo stare la caccia e tutta la demagogia che c’e’ dietro, anche perche’ se no dovremmo diventare tutti vegetariani”.