Secret service: audizione ad alta tensione

L'udienza al Congresso degli Stati Uniti, nella quale la direttrice del Secret service avrebbe dovuto fornire spiegazioni sull'attentato a Trump, si è svolta sotto il segno dell'alta tensione: sia i repubblicani sia i democratici hanno attaccato la direttrice Cheatle che, però, conferma di non volersi dimettere

Nell’audizione al Congresso svoltasi ieri, con la quale la direttrice del Secret service Kimberly Cheatle avrebbe dovuto fornire le spiegazioni sulle falle della sua agenzia nel proteggere l’ex presidente statunitense Donald Trump, sono volati gli stracci, come si dice in questi casi e gli stracci sono volati sia dai banchi repubblicani, sia da parte dei democratici.

La direttrice del servizio, Kimberly Cheatle, è stata aspramente rimproverata, in particolare, per non essere stata in grado di rispondere a molte delle domande che le sono state poste, a oltre una settimana di distanza dall’attentato a Donald Trump. “Sono passati 10 giorni da un tentativo di assassinio di un ex presidente degli Stati Uniti. Indipendentemente dal partito, devono esserci risposte”, ha affermato la deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez.

Al di là delle reticenze, nell’audizione alcuni fatti sono pubblicamente emersi: tra questi, il fatto che il Secret service fosse stato informato da due a cinque volte della presenza di una persona sospetta prima che Crooks aprisse il fuoco, ma anche che il tetto dal quale l’attentatore ha aperto il fuoco era stato identificato come punto potenzialmente vulnerabile già giorni prima del raduno. Inoltre, Crooks era stato avvistato dalle forze dell’ordine locali, prima dell’attentato, con in mano un telemetro laser, per misurare la distanza dal palco di Trump.

La direttrice Cheatle ha ammesso che il tentativo di assassinio di Trump è stato il “fallimento operativo più significativo del Secret service degli ultimi decenni” e ha giurato di “smuovere cielo e terra” per arrivare in fondo alla questione su cosa sia andato storto, per assicurarsi che non si ripeta. Ha tuttavia ribadito di essere “la persona giusta” per guidare l’agenzia e, pur assumendosi l’intera responsabilità dell’accaduto, a fronte delle reiterate richieste di dimissioni bipartisan (e ai deputati che le facevano notare che all’indomani dell’attentato a Reagan l’allora direttore del Secret service si dimise) ha risposto “no grazie”.

“L’unica cosa di cui abbiamo bisogno in questo Paese”, ha ribattuto il deputato democratico Ro Khanna, “sono agenzie che trascendano la politica e abbiano la fiducia degli indipendenti, dei democratici, dei repubblicani, dei progressisti e dei conservatori. Il Secret service non è più una di queste agenzie”.