Robert Fico (in foto), il leader del partito socialdemocratico slovacco Smer-Sd, ha vinto a sorpresa e contro ogni pronostico le elezioni anticipate svoltesi nel Paese europeo, con il 23,3 per cento dei voti. Un consenso non sufficiente per governare da soli, sufficiente però per ricevere dal presidente della Repubblica Zuzana Caputova, l’incarico di formare una coalizione di governo nella quale il suo partito sarà egemone. A fare notizia, in particolare, sono le indicazioni programmatiche che Fico aveva fornito prima del voto, in relazione all’Ucraina: basta invio di armi, veto all’adesione dell’Ucraina alla Nato. Linea peraltro ribadita da Fico anche dopo l’annuncio della vittoria: “crediamo che l’Ucraina sia una enorme tragedia per tutti. Se allo Smer sarà affidato il compito di formare un governo, faremo del nostro meglio per organizzare colloqui di pace il prima possibile”. Fico si è anche detto “pronto ad aiutare l’Ucraina a livello umanitario e nella ricostruzione del Paese”.
Quella della Slovacchia è la seconda crepa nel sostegno a Zelensky che si manifesta in pochi giorni, dopo che circa una settimana fa anche la Polonia aveva annunciato la volontà di sospendere la fornitura verso Kiev, con la motivazione di doversi armare per il rischio di una minaccia diretta da parte della Russia. L’annuncio pare, in realtà, essere più che altro una ritorsione per i contrasti tra Varsavia e Kiev in merito alle politiche sul prezzo del grano ucraino, che metterebbero in seria difficoltà gli agricoltori polacchi, ed è stato peraltro “corretto” dal presidente della Repubblica polacca Andrzej Duda che ha precisato di non voler inviare armi di moderna generazione, che saranno indispensabili per l’apparato difensivo polacco, bensì eventualmente quelle della generazione precedente.
Anche negli Stati Uniti, l’invio di aiuti militari a Kiev da parte del presidente Joe Biden sta trovando una opposizione sempre più decisa in Parlamento, da parte del partito Repubblicano: l’accordo trovato in extremis per evitare l’esercizio provvisorio in assenza della legge di bilancio, se da un lato ha garantito che le agenzie governative e i servizi pubblici riceveranno fondi per ulteriori 45 giorni, ha lasciato fuori dai termini della questione i 6,2 miliardi di dollari che l’amministrazione Biden aveva chiesto al Congresso in termini di aiuti per Kiev.