La vicenda di Rodolfo Corazzo ebbe un lieto fine, ma ci vollero comunque due anni di procedimento giudiziario per veder riconosciuta la legittima difesa, nei confronti della reazione che si trovò costretto a fare nei confronti di una gang albanese che si era introdotta, nel 2015, nella sua villa. Corazzo sparò per difendere se stesso e la propria famiglia e uno dei rapinatori, pluripregiudicato, rimase ucciso.
A quasi 10 anni da quella drammatica sera, Corazzo è stato eletto primo cittadino del proprio comune, quello di Rodano, alle porte di Milano: non è la sua prima esperienza politica, sono già cinque anni che siede in giunta comunale, ma all’opposizione. In questa tornata elettorale, invece, la sua lista civica “Rodano per te”, sostenuta dal centrodestra, è riuscito ad avere la maggioranza dei voti.
Il punto cardine del suo programma, neanche a dirlo, è la sicurezza: “Quello che capitò a me, fui sequestrato insieme a mia moglie e mia figlia, allora 11enne, in casa, minacciati con le armi, non succederà più a Rodano. È stato un caso estemporaneo, slegato dalla nostra realtà, che non si ripeterà, ma vogliamo dichiarare guerra ai furti. Per fortuna non hanno niente a che fare con quello che accadde a noi, ma quel che si prova quando qualcuno tocca le tue cose, viola la tua intimità, è orribile. E la legge deve tutelare i cittadini. Bisogna fare in modo che le cose brutte non succedano. Le telecamere, per esempio, aiutano. In casa mia ripresero tutto, tranne l’epilogo perché i malviventi le spensero, ma il tenore di quello che abbiamo vissuto era chiaro. E poi ci servono più agenti di polizia locale”.