Le famiglie dei superstiti e delle vittime del massacro compiuto nel 2022 alla Robb elementary school di Uvalde, in Texas, hanno citato in giudizio i corrieri FedEx e Ups, accusandoli di aver violato le norme federali relative alle armi, consentendo all’autore del massacro di entrare in possesso di una carabina semiautomatica e di un bump stock per sparare ad alta cadenza di fuoco, che poi ha utilizzato per il suo insano gesto.
In particolare, FedEx ha trasportato la carabina Ar15 Daniel defense fino all’Oasis Outback, il rivenditore che a sua volta ha poi consegnato l’arma all’assassino, nonostante, secondo l’accusa, non avesse l’età legale per l’acquisto (era ancora minorenne). Ups invece avrebbe consegnato il bump stock direttamente al domicilio dell’assassino nonostante, secondo quanto sostengono i legali che hanno intentato la causa, l’abitazione si trovasse a meno di 300 metri dal complesso scolastico e, quindi, in zona di “protezione”.
“Ups e FedEx hanno agito come trafficanti d’armi illegali nei confronti di un minorenne”, affermano i legali delle famiglie di Uvalde. Ups ha risposto che “La spedizione di armi da fuoco e componenti è altamente regolamentata; Ups rispetta e richiede ai propri clienti di conformarsi a tutte le leggi federali applicabili. La causa non ha merito e ci difenderemo di conseguenza”. Dello stesso tenore la replica di FedEx: “FedEx si impegna a garantire la circolazione lecita, sicura e protetta degli articoli regolamentati attraverso la nostra rete e rispetta le leggi e i regolamenti applicabili”.
Le famiglie delle vittime e dei superstiti di Uvalde hanno anche fatto causa a Daniel defense, produttore della carabina utilizzata dallo sparatore, a Meta, che possiede Instagram, e ad Activision, azienda produttrice del videogame Call of duty, affermando che tutte queste aziende sono responsabili “dei prodotti utilizzati dall’autore della strage”.