L’Italia è pronta a costituire “squadre investigative miste insieme ai Paesi dell’area balcanica per contrastare la criminalità organizzata, il traffico di esseri umani e, in Bosnia, il terrorismo”. Lo ha detto il capo della polizia Antonio Manganelli che ha partecipato a Belgrado, insieme al ministro dell’Interno Roberto Maroni, alla “VI conferenza ministeriale sulla cooperazione nel campo della sicurezza delle frontiere nel Sud Est Europa”. Nel corso della ri…
L’Italia è pronta a costituire “squadre investigative miste insieme ai Paesi
dell’area balcanica per contrastare la criminalità organizzata, il traffico di
esseri umani e, in Bosnia, il terrorismo”. Lo ha detto il capo della polizia
Antonio Manganelli che ha partecipato a Belgrado, insieme al ministro
dell’Interno Roberto Maroni, alla “VI conferenza ministeriale sulla
cooperazione nel campo della sicurezza delle frontiere nel Sud Est Europa”. Nel
corso della riunione con i suoi colleghi di Serbia, Croazia, Albania, Bosnia,
Romania e Macedonia il capo della polizia italiana ha dichiarato di voler
aprire uffici di collegamento “anche in Macedonia e Bosnia dove ancora non
esistono” e che la collaborazione si concretizzerà nello scambio di
informazioni e nell’offerta di formazione da parte del nostro Paese alle
polizie dell’area balcanica. Nei due giorni di permanenza nei Balcani il
ministro dell’Interno Roberto Maroni ha stretto accordi bilaterali con i suoi
colleghi di Serbia, Bosnia, Macedonia e Montenegro. Tema principale degli
incontri è stato il loro ingresso nell’Unione europea. I quattro Paesi chiedono
la liberalizzazione dei visti ma prima – ha spiegato Maroni – ci deve essere un
aumento dei loro standard di sicurezza, con l’adozione di strumenti più
efficaci contro i traffici di droga, armi e clandestini che passano per la
rotta balcanica. Nel corso dei vari incontri il capo della Polizia italiana
Antonio Manganelli ha colto l’occasione per ribadire, insieme al suo omologo
romeno Toba Petre, la stretta collaborazione operativa tra polizia italiana e
romena che prevede, a breve, l’arrivo in Italia di altri 10 investigatori
romeni. Il capo della polizia albanese ha invece voluto sottolineare
“l’efficacia della collaborazione avviata da alcuni anni con la polizia
italiana” che ha portato all’arresto di numerose persone e che, ha aggiunto “è
un modello che funziona e può essere allargato anche agli altri Paesi”.