Durante una discussione su un provvedimento per la sicurezza scolastica, in Florida tentano il "colpo di mano" per la messa al bando degli Ar15
I democratici hanno tentato il colpo di mano in Florida, ma gli è andata male. Due settimane dopo la strage di Parkland, infatti, il governatore dello Stato, Rick Scott, ha messo a punto un piano di sicurezza scolastico che, nel corso della discussione in aula sabato scorso durante una sessione straordinaria, alcuni democratici hanno chiesto che potesse integrare un provvedimento di moratoria di due anni sulla vendita di Ar15 in generale e di messa al bando totale delle cosiddette “armi d’assalto” e dei caricatori ad alta capacità. Il provvedimento, però, è stato bocciato grazie all’opposizione dei senatori repubblicani.
Si conferma la tendenza a utilizzare il dramma del fatto di cronaca, cioè in questo caso la strage di Parkland che nel giorno di San Valentino è costato la vita a 17 giovani, per portare avanti una battaglia ideologica su un preciso tipo di armi, malgrado l’utilizzo di uno specifico tipo di arma non abbia in questo caso attinenza alcuna con la vicenda: le autorità, infatti, hanno confermato che Cruz, l’autore della strage, aveva dato evidenti e ripetuti segnali “d’avvertimento” sulle sue criticità psicologiche e caratteriali: il provvedimento di espulsione dalla scuola (elemento scatenante, probabilmente, della sua follia) risulta infatti essere solo il culmine di una serie di reiterate violazioni e, come se non bastasse, risulta che tutta la sua infanzia sia stata costellata di richieste di intervento da parte della forza pubblica.
Se, come sembra, esiste una volontà collettiva di impedire il ripetersi di questi atti disgraziati, la sfida si giocherà sulle caratteristiche psicofisiche dei soggetti che chiedono di acquistare o detenere armi, non sul tipo di armi che utilizzano.