Terni vuole omogeneità sui calendari
La Provincia di Terni ha chiesto alla Regione l’omogeneità dei calendari venatori con le regioni limitrofe. È quanto annuncia una nota dell’ente che spiega che la proposta è stata avanzata dall’assessore alla caccia, Gianni Pelini, nel corso della consulta svoltasi nella sede della Regione Umbria. Nell’ambito del confronto con le associazioni venatorie ternane, l’assessore ha sottolineato il fatto che la preapertura e le specie cacciabili, con la reintroduzione d…
La Provincia di Terni ha chiesto alla Regione l’omogeneità dei calendari
venatori con le regioni limitrofe. È quanto annuncia una nota dell’ente che
spiega che la proposta è stata avanzata dall’assessore alla caccia, Gianni
Pelini, nel corso della consulta svoltasi nella sede della Regione Umbria.
Nell’ambito del confronto con le associazioni venatorie ternane, l’assessore ha
sottolineato il fatto che la preapertura e le specie cacciabili, con la
reintroduzione del colombaccio, rappresentano un elemento univoco per Umbria,
Lazio, Toscana e Marche, come la disciplina generale e anche quella per la
caccia al cinghiale. Per sostenere la cinofilia la Provincia ha chiesto anche
il prolungamento del periodo e delle modalità di addestramento dei cani oltre
all’utilizzo adeguato degli strumenti per gli appostamenti temporanei da
realizzarsi con materiale sintetico nel periodo di preapertura e
successivamente con materiale naturale secondo le disponibilità della stagione.
Per i cinghiali l’assessore ha chiesto un allineamento dell’arco temporale di
caccia a quello adottato dalle regioni limitrofe che va dal primo novembre al
31 gennaio, mentre per il contenimento della specie che le battute selettive
possano essere previste a partire dalla terza domenica di settembre, in
corrispondenza con l’apertura generale. L’obiettivo della Provincia di Terni,
hanno spiegato stamani il presidente Andrea Cavicchioli e l’assessore Pelini è
dare certezze al mondo venatorio in anticipo rispetto all’inizio dell’attività
e con la disponibilità a costruire accordi con le province vicine per la
mobilità venatoria, sulla base di una cornice comune costituita dai calendari
regionali.