Tortora selvatica: Federcaccia contro l’ideologia abolizionista

La Commissione europea ha proposto di vietare il prelievo della specie lungo la rotta centro-orientale (che interessa l’Italia), ma per Federcaccia non è l’attività venatoria a causare la riduzione numerica della specie

Quella della caccia e della tutela della tortora selvatica (Streptopelia turtur) è una questione ormai annosa, che da anni fa discutere cacciatori, associazioni animaliste e istituzioni. Dopo la notizia, pochi giorni fa, secondo cui la Commissione europea starebbe pensando di vietare il prelievo della tortora lungo la rotta migratoria centro-orientale (che interessa anche gran parte delle regioni italiane), l’ufficio Studi e ricerce di Federcaccia ha diffuso una nota per schierarsi apertamente contro posizioni che ha definito “apertamente abolizioniste, basate solo su motivazioni ideologiche ed emotive, che non tengono conto di elementi tecnico scientifici”.

A oggi, infatti, soltanto cinque regioni hanno approvato il calendario venatorio e, di queste, solamente una ha incluso la tortora selvatica tra le specie cacciabili. Questo, tuttavia, è stato sufficiente per innescare una reazione a catena delle varie sigle animaliste, che vorrebbero, al contrario, che l’Italia sostenesse la proposta di vietare totalmente il prelievo della specie nel corso della prossima stagione. Secondo Federcaccia, però, la proposta avanzata dalla Commissione europea sarebbe “troppo forzata, anche perché tre anni di riduzione del prelievo in misura superiore hanno portato a un aumento della popolazione di tortora selvatica”. Un dato, quest’ultimo, che non fa certo piacere a nessuno, in primis ai cacciatori, ma che, si legge nella nota, “dimostra che non è la caccia il fattore su cui agire in modo principale a tutela della specie. Non è un caso che vari Paesi non si siano dichiarati d’accordo con la proposta di moratoria della Commissione”.

L’ufficio Studi e ricerche di Federcaccia, al contrario, ritiene che la possibilità di eseguire un prelievo della specie ancor più ridotto rispetto alle stagioni precedenti non costituisca una violazione dell’articolo 7 della Direttiva uccelli, “ma è semplicemente un’opzione prevista nel prelievo adattativo, uno strumento che da nessun punto di vista, legislativo o tecnico-scientifico, è sinonimo di divieto assoluto di caccia, come vorrebbero far credere”.