L’8 maggio ricorre la Giornata mondiale degli uccelli migratori, istituita nel 2006 all’Unep, il programma delle Nazioni unite per l’ambiente, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul tema della salvaguardia dei migratori alati e dei loro habitat. In questa occasione Federcaccia ha ricordato l’importanza del ruolo svolto dai cacciatori nella tutela e nella gestione degli habitat, in particolar modo delle cosiddette “zone umide”. «I cacciatori contribuiscono attivamente e costantemente alla conservazione di tutti gli uccelli migratori in diversi modi, sia attraverso lo studio e la ricerca (censimenti) sia attraverso la gestione ambientale» si legge nel comunicato di Federcaccia. Gli esempi di ripristino ambientale effettuati dai cacciatori allo scopo di tutelare le specie acquatiche sono molteplici e si sono dimostrati particolarmente efficaci. Considerando solamente Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana, infatti, le zone umide gestite o addirittura create dai cacciatori superano i 24.000 ettari (18.500 ettari di acqua e 5.500 di vegetazione) e vi trovano rifugio numerose specie acquatiche che sfruttano questi luoghi anche per la riproduzione. Dai censimenti Ispra, infatti, emerge che ogni anno, nella sola regione Veneto, sono circa un milione gli uccelli migratori svernanti all’interno di ambienti gestiti dal mondo venatorio.
Tutela dei migratori, il ruolo fondamentale dei cacciatori
In occasione della Giornata mondiale degli uccelli migratori, Federcaccia ricorda l’importanza dell’attività svolta dai cacciatori nella tutela delle specie acquatiche. Oltre 24 mila ettari di zone umide gestite o create dai cacciatori e quasi un milione di esemplari svernanti in queste aree