Trump dichiaratamente a favore delle armi, Biden dichiaratamente per il disarmo. AI congresso repubblicano, e alle prossime elezioni Usa, i diritti dei cittadini armati avranno peso
La “battaglia” per l’elezione del presidente statunitense, il prossimo novembre, ancora una volta avrà molto a che vedere con le armi. Il presidente Donald Trump non ha mai nascosto le sue simpatie per la National rifle association e i diritti dei cittadini statunitensi armati. Joe Biden, invece, ha dichiarato di voler “battere i produttori di armi per la sicurezza” e manifestato una curiosa (ma poi non tanto) avversione in particolare verso le pistole calibro 9 mm, le più diffuse negli Stati Uniti.
Il “sistema anti-armi” statunitense le sta provando tutte per mettere i bastoni tra le ruote al presidente (e ai cittadini armati): il procuratore generale di New York, Letitia James, ha annunciato nelle settimane scorse l’avvio di un procedimento giudiziario volto allo scioglimento proprio della National rifle association, a causa di presunte malversazioni e frode fiscale da parte dei vertici dell’associazione. La Nra ha replicato accusando la James di attacco strumentalmente politico, visto che la Nra anche in questa campagna presidenziale, come nella precedente, ha espresso il proprio appoggio al presidente in carica, e ha promesso di reagire con energia. Il presidente Trump ha suggerito alla Nra di trasferirsi dalla giurisdizione di New York a quella del Texas nella quale, ha dichiarato, “si troverebbe indubbiamente molto meglio, come è da tempo che vado dicendo”.
Alla convention nazionale del partito repubblicano, la prossima settimana, parlerà anche la coppia che aveva puntato una pistola e una carabina contro un folto gruppo di manifestanti, dopo che questi avevano invaso la loro proprietà privata, a St. Louis nel Missouri, durante le proteste antirazziste contro la polizia. Patricia e Mark McCloskey sono tuttora indagati per uso illegale di armi da fuoco. Il video era stato ritwittato dal presidente Trump che aveva poi manifestato il suo appoggio alla coppia. A riferire della presenza dei McCloskey è il Washington Post, che parla di un congresso meno ortodosso del solito, che cercherà di mobilitare gli elettori pro-Trump più conservatori.
La Cnn riporta che parleranno anche uno studente cattolico di Covington, Nick Sandmann, il padre di una vittima della sparatoria di Parkland, Meadow Pollack, l’attivista anti-aborto Abby Johnson, il governatore del Sud Dakota, Kristi Noem e il candidato al congresso della Pennsylvania, Sean Parnell. Ci sarà anche Marjorie Taylor Greene, candidata della Georgia, laureata in business administration, rappresentante ufficiale di QAnon, movimento di estrema destra favorevole alle armi.