“Il 2020 deve garantirci aperture e stagione venatoria che siano blindate nei confronti delle incursioni di strumentali ricorsi anticaccia”. Per Arcicaccia ed Ente produzione selvaggina resta centrale l’unità del mondo venatorio
Giovedì scorso, 23 aprile, si è svolto un incontro della Cabina di regia delle Associazioni venatorie riconosciute insieme al Cncn. Al termine della riunione dei presidenti nazionali, il presidente Arcicaccia, Piergiorgio Fassini (nella foto), ha dichiarato: “Molte le questioni all’ordine del giorno dell’incontro di oggi: calendari venatori, comunicazioni, rapporti con il governo e i ministeri. Le cabine di regia, leggasi unità del mondo venatorio nelle regioni, sono state le ultime affrontate. Per noi, come abbiamo ribadito di nuovo convintamente, l’unità del mondo venatorio è strategicamente irrinviabile, pena la ulteriore decadenza del ruolo e del potere contrattuale dei cacciatori. Ce lo chiedono i tanti volontari che mettono la propria passione gratuitamente al servizio dell’ambiente e dell’attività venatoria. Chi crede nella caccia sa che, oggi più di ieri, è una prospettiva che va costruita per risolvere i problemi dell’agricoltura e della gestione della fauna che va radicata nei territori. Non servono uffici, impiegati, bensì la volontà di riconoscere il patrimonio determinante di ogni associazione: il socio che, in quanto tale, è il principale dirigente. La nostra associazione, con altre, ha lavorato e lavora per calendari venatori meno attaccabili possibile, validando le esperienze consolidate negli anni precedenti. Il 2020 deve garantirci aperture e stagione venatoria che siano blindate nei confronti delle incursioni di strumentali ricorsi anticaccia. Sull’unità incalziamo dovunque senza tentennamenti o, come forse strumentalmente pensa qualcuno, indipendentemente dalle scelte di tesseramento che faranno i cacciatori, non attendendo di sapere quanti, purtroppo, non potranno rinnovare la licenza di caccia, per decidere una unità di mera opportunità e convenienza. L’ombrello, il paravento nazionale unitario, è sotto i livelli di guardia che meritano i cacciatori italiani. È in preparazione un documento che leggeremo e vi proporremo per verificare quanti passi innanzi saranno stati raggiunti in questa sede. A noi e a tutti i cacciatori l’onere di concretizzare tavoli, cabine di regia, strumenti di confronto democratico partecipati ovunque sarà possibile, oltre quelli già messi in campo in alcune realtà. Noi, oggi, abbiamo consegnato i nomi dei 20 Presidenti Regionali disponibili al confronto, purtroppo, nessun altro ha fatto lo stesso; peccato, questa avrebbe potuto essere la scintilla da cui si sarebbe potuto accendere il processo unitario.
Sosterremo senza limiti di tempo e dispendio di energia questa battaglia socio per socio, in modo particolare valorizzando l’appuntamento democratico e protagonista del tesseramento. Saremo a fianco di quanti, indistintamente, si impegneranno per passi innanzi sulla linea dell’unità, ma dobbiamo essere consapevoli che ora tocca anche a voi cacciatori scegliere, dare voce, dare gambe a questo progetto che è parte organica della caccia che deve essere, non solo per l’oggi, ma anche per il domani, una meravigliosa passione, che accomuna i cacciatori e li unisce alla società”.
Anche l’Ente produttori selvaggina (Eps) ha ritenuto opportuno dare il suo contributo portando a conoscenza cacciatori, agricoltori e concessionari circa l’attuale effettivo “stato dell’arte” della Cabina di regia nazionale. Il direttore, Marco Franolich, ha così commentato l’incontro del 23: “Nell’essere sempre più convinti dell’importanza di questo tavolo composto dalle associazioni venatorie riconosciute a livello nazionale, le premesse che possano consolidare una vera rappresentanza unitaria del mondo venatorio sono ancora molto lontane. Troppi vivono nel retaggio di quello che fu la gestione venatoria in Italia, legata unicamente al tesseramento dei cacciatori e all’eventuale peso politico che ne poteva o può derivare. Timido il dibattito che permetta di coinvolgere a pieno titolo gli agricoltori nella partecipazione attiva alla gestione venatoria e lontano l’interesse per le categorie che contribuiscono e sopravvivono alla/per la gestione venatoria. Un plauso all’iniziativa comune di voler cercare di affrontare le modifiche legislative all’art. 19 della legge 157/92 ma per il resto oltre a lettere di routine per dimostrare l’esistenza della cabina stessa o a esercizi grafici per attirare l’attenzione dei cacciatori non ho potuto riscontrare. Con rammarico riscontro che la creazione di una voce unica nel mondo della caccia a livello regionale, forse potrà essere presa in considerazione solo dopo il conteggio dei sopravvissuti, data l’assoluta incertezza che si evince dai discorsi dei più. Eps c’è e la nostra attività è incentrata a creare rete e sinergie tra imprenditoria agricola e mondo venatorio perché l’Italia è il nostro territorio e la passione e il rispetto per la natura sono al primo posto”.