Il candidato democratico alle presidenziali statunitensi del 2020 esordisce con una proposta shock: obbligare i detentori di black rifle alla vendita forzata al governo delle loro armi
Inizio con il botto per la corsa alla presidenza statunitense del candidato democratico Beto O’Rourke: tra le sue proposte programmatiche si rinviene, infatti, nientemeno che una cessione forzosa (dietro indennizzo, il cosiddetto “buyback”) delle armi “d’assalto” da parte dei cittadini statunitensi.
Questa è la proposta del candidato Dem alle stragi perpetrate in questi mesi in varie località della federazione, utilizzando carabine semiautomatiche di aspetto militare. A chi, in questi giorni, gli ha domandato di chiarire meglio il proprio pensiero, O’Rourke ha dichiarato: “tutti i Paesi hanno videogame, tutti i Paesi hanno a che fare con la malattia mentale, tutti i Paesi hanno a che fare con l’odio. Ma solo gli Stati Uniti hanno più armi di quanti siano i cittadini, 390 milioni di armi su 329 milioni di persone, che uccidono 40 mila cittadini ogni anno. Ecco perché, come presidente, istituirò un buyback obbligatorio per qualsiasi arma d’assalto degli Stati Uniti”.
Al di là delle opposte “tifoserie” (da una parte gli ultra-dem, dall’altra la Nra), anche gli osservatori indipendenti hanno manifestato più di una perplessità: a fronte, infatti, del fatto che oltre il 70 per cento degli americani è favorevole a una maggior regolamentazione in materia di armi, un vero “buyback” dei cosiddetti black rifle (incidentalmente le armi più diffuse negli Usa) contraddice alla radice i princìpi di proprietà privata e libertà che stanno alla base della filosofia di vita degli americani. Gli stessi osservatori indipendenti hanno anche osservato che un rafforzamento delle normative in materia di armi avrebbe una efficacia molto superiore in termini di sicurezza sociale rispetto al “buyback”.