Il giornale.it riprende una notizia della stampa tedesca, relativa a una presunta “corsa alle pistole” da parte dei cittadini teutonici. Peccato che in realtà…
La notizia è stata diffusa dal ilgiornale.it: sempre più cittadini tedeschi starebbero correndo ad armarsi e si assisterebbe a un vero “boom di acquisti di pistole”, in conseguenza del senso di insicurezza collegato all’aumento esponenziale di migranti nel Paese centroeuropeo. Nell’articolo si precisa che, secondo il quotidiano teutonico Rheinische post, nel 2018 ben 640 mila tedeschi “si sarebbero dotati di porto d’armi e di una pistola”, cifra corrispondente a quasi il triplo rispetto al 2014, anno precedente l’inizio dell’esplosione della crisi migratoria. In realtà, leggendo l’articolo originale tedesco, si evince che a essere aumentate sono stati i cosiddetti “kleiner waffenschein”, che l’unica cosa che consentono di portare con sé è una pistola, sì… ma a salve. Con il “kleiner waffenschein”, infatti, è possibile portare addosso SOLO le cosiddette scacciacani “front firing”, che consentono di sparare cartucce caricate con peperoncino o di propellere palle in gomma fissate in volata tramite una cartuccia a salve. Insomma, si tratta di strumenti non letali, che in alcun modo sono in grado di ledere o minacciare l’incolumità personale dell’opponente. Ciò detto, è sicuramente vero che secondo il sindacato di polizia Gewerkschaft der polizei (Gdp) i cittadini sentono la necessità di tutelare la propria incolumità tramite strumenti di autodifesa (non letali, giova ripeterlo…), a causa di un generale senso di diffidenza nei confronti delle istituzioni, considerate poco determinate a difendere i confini e la comunità da “infiltrazioni esterne”. Per questo, in queste settimane infiamma la politica, con i sovranisti dell’AfD che accusano la cancelliera Angela Merkel di aver messo in atto politiche “suicide” in ambito migratorio.