È stata presentata ufficialmente oggi l’associazione Agrivenatoria biodiversitalia che, riunendo numerose aziende agrivenatorie del Paese, rappresenterà secondo i promotori (Coldiretti e Comitato nazionale caccia e natura) “una importante alleanza tra il mondo agricolo e mondo venatorio e della gestione faunistica per salvare campagne, città e strade dall’assedio dei cinghiali e mantenere il presidio delle aree interne contro l’invasione della fauna selvatica che mette a rischio la vita delle persone e la sopravvivenza delle imprese”. Il territorio interessato dall’associazione è una fetta importante di tutto quello agropastorale italiano (14%), che “verrà messo a sistema per generare economia sul territorio”.
“Si tratta di una realtà, va ribadito chiaramente, che non si pone l’obiettivo di creare nuove riserve né quello di sostituirsi alle associazioni venatorie riconosciute” ha dichiarato il Presidente di Cncn, Maurizio Zipponi, in risposta alle perplessità avanzate in particolare da Arcicaccia e Anlc, “Siamo infatti convinti che oggi ci sia un vuoto di rappresentanza nel rapporto tra aziende agrivenatorie, il mondo agricolo e quello delle istituzioni che deve essere colmata da un soggetto come Coldiretti, che sappia dare assistenza e valore aggiunto a un settore strategico per il Paese. Tengo a ribadire in modo chiaro che per il Cncn l’art. 842 è e resta una pietra basilare sulla quale è fondata la caccia sociale e popolare che contraddistingue l’attività venatoria italiana. Comprendo che il periodo del tesseramento, unito al grande caldo e alla minaccia della peste suina nei confronti della prossima stagione venatoria, tendano a far perdere di vista gli obiettivi a lungo termine e finiscano per strumentalizzare ingiustamente tale nobile iniziativa, ma ritengo necessario guardare avanti con fare costruttivo. Credo fortemente, infatti, nell’importanza strategica di tale nuovo soggetto, che potrà essere di grande utilità all’intero comparto venatorio: tale nuova alleanza sarà fondamentale per affrontare le numerose sfide che a vario titolo minacciano un settore strategico per il Made in Italy che, dalle stalle alla tavola, occupa 100mila persone, generando economia per il Paese. La partecipazione del Comitato non è da ritenersi alternativa al lavoro di collaborazione e coordinamento che Cncn svolge quotidianamente e da numerosi anni a supporto delle associazioni venatorie riconosciute, con la finalità di tutelare la caccia nel nostro Paese in ogni sua forma. Sotto questo aspetto, il Cncn è convinto sostenitore di un sistema normativo che prevede l’attività venatoria accessibile a tutti e che sia basato sull’art. 842 del codice civile, mai messo in discussione, come confermato ufficialmente nelle ultime riunioni della cabina di regia venatoria. Pertanto, tale nuova realtà associativa si va ad aggiungere a tutte le attività che, nell’interesse del mondo che rappresenta, il Cncn porta avanti da sempre in difesa della caccia: l’obiettivo è solo quello di colmare un clamoroso vuoto di rappresentanza di un mondo composto da centinaia di imprese faunistico venatorie che coprono il 14% del territorio agro silvo pastorale italiano. Il Cncn ritiene che tale patrimonio ambientale e faunistico vada adeguatamente valorizzato, anche in un’ottica di consolidamento del rapporto tra mondo agricolo e venatorio, che più volte è stato auspicato e che trova oggi finalmente concretezza”.