La prima commissione del senato (affari costituzionali) ha esaminato ieri il progetto di direttiva europea anti-armi: come è noto, infatti, i singoli Stati membri sono chiamati a pronunciarsi su ogni proposta di nuova direttiva europea, in particolare sotto il profilo della proporzionalità e della sussidiarietà. Relatore è stato il senatore Francesco Russo (pd) e, per quanto riguarda in particolare l'ipotesi di messa al bando delle B7 (e non solo…), ha segnalato che "per raggiungere il risultato auspicato dalla direttiva, occorrerà procedere all'adeguamento del diritto interno attraverso un intervento articolato, avendo cura di definire una fase di transizione che tuteli l'utilizzo di alcune categorie di armi (in particolare la B7 semiautomatica per uso civile) in campo venatorio, sportivo e collezionistico". Anche il senatore Roberto Calderoli (Lega Nord) ha fatto notare che "sarebbe limitativo sottolineare l'esigenza di tutela per la sola categoria delle armi semiautomatiche per uso civile. Sarebbe preferibile, quindi, un riferimento complessivo alla tutela dell'attività in campo venatorio, sportivo e collezionistico, con particolare riferimento alle armi della categoria B7". Il senatore Russo è nuovamente intervenuto, sottolineando come "in sede di regolamentazione, sarà certamente individuata la modalità per impedire l'utilizzo di tali armi per finalità criminose, senza penalizzare i collezionisti".
Insomma, sembra che ci possa essere spazio per un cauto ottimismo anche sul fronte italiano, per quanto riguarda gli effetti più sciagurati della direttiva, anche se ovviamente si tratta di indicazioni troppo generiche per apparire rassicuranti, specialmente considerando il fatto che gli ultimi interventi legislativi in materia di armi (come la cosiddetta legge "antiterrorismo") sono stati emanati con una idea del tutto vaga e generica di quello che sia la realtà. Occorre, quindi, effettuare una imponente opera di sensibilizzazione di senatori e deputati, senza perdere di vista la possibilità, che è ovviamente prioritaria, di ottenere lo stralcio delle norme più draconiane e proibizioniste dal progetto di direttiva.
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